F1 2016: “Una poltrona per due” 2.0

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
16 Ottobre 2015 - 14:00
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Il bello del Natale non è tanto l’attesa del babbo che arrivi a portare i doni. A sette anni, da vero bastardo, facevo piangere i compagni delle elementari raccontando loro della sua non esistenza. Il vero momento che identifica Natale è la trasmissione di “Una poltrona per due“, con Eddie Murphy e Dan Aykroyd. A proposito, con ragionevole certezza credo di potervi dire che anche quest’anno, il 24 Dicembre alle ore 21 su Italia 1, verrà trasmesso puntuale come Equitalia.

“Una poltrona per due” è un titolo abbastanza adatto anche all’argomento di oggi. Come abbiamo letto poche ore fa, il povero Magnussen ha terminato il suo rapporto con Mclaren. Sedotto, messo in macchina per una stagione, e poi abbandonato al ruolo deprimente di development driver. Mi rifiuto di chiamarlo test driver perché da testare fisicamente non c’è più nulla. Ora è libero di rifarsi una carriera, magari altrove.

Abbiamo poi Stoffel Vandoorne, fresco vincitore della GP2, che punta un sedile 2016 ma più facilmente finirà a sostituire Magnussen. Per lui si parla di un impegno combinato in Super Formula per tenersi allenato, perché in F1 le riserve non girano come detto prima.

Jolyon Palmer, campione GP2 del 2014, ha girato in diverse sessioni di libere al venerdì, ma si è stancato. Vuole un sedile fisso e non con contratto a progetto. Potremmo dire lo stesso del nostro Marciello, che anche ad Austin girerà nelle libere con Sauber, ma che difficilmente andrà oltre.

E poi ce ne sono altri, di piloti in attesa. In Manor sono in tre (Merhi, Stevens e Rossi) per un posto, quello al fianco del (pare) certo Wehrlein.

La F1 è ormai uno stagno. Con i top team sistemati da tempo, rimangono solo pochi i posti liberi a fronte di una domanda molto ampia. E quei pochi posti liberi solitamente vanno a chi ha più sponsor dollarosi che altro. Per chi ha talento vero, a meno che non si liberi un posto in un team di fascia medio/alta, non ci sono speranze.

Magnussen, appunto, al momento sembra bruciato. Rendiamoci conto che si parla di un pilota di 23 anni (compiuti da pochissimo) che pare aver già terminato la sua esperienza in F1, a meno di ripescaggi dell’ultima ora visto lo svincolo da Mclaren (e magari ai danni di qualche altro collega giovanissimo). Vandoorne ha stradominato la GP2 quest’anno mostrando un talento pazzesco, ma anche per lui le porte al momento sono chiuse essendo i posti a Woking ancora occupati.

La verità è che ci sono troppe poche macchine in griglia, 20 (22 nel 2016 a meno di colpi di scena da parte di Red Bull e Toro Rosso), rispetto a quello che si vede in GP2 e GP3 (24 attualmente). Se aggiungiamo il fatto che non necessariamente la scalata di categoria deve essere lineare, con Kvyat nel 2014 proveniente dalla GP3 e Verstappen salito in F1 addirittura dalla F3, capiamo che alla fine di ogni anno ci sono potenzialmente almeno 2/3 piloti che sarebbero pronti per fare il salto in F1. Ok, ma su quali vetture se non ci sono posti?

Sono anni che si parla della terza macchina per questioni di puro spettacolo in pista, ma la situazione che si va delineando è preoccupante in altri versi. Perché con pochi posti liberi (e a pagamento) non c’è ricambio, con il risultato che i giovani non possono esordire e hanno due alternative: cercare fortuna altrove o addirittura appendere il casco al chiodo.

A questo punto, nonostante ai tempi fossi contrario all’introduzione della terza vettura, mi viene da pensare che questa potrebbe essere un’opzione valutabile. Significherebbe avere diverse auto in pista in più a disposizione dei famosi ‘test’ driver o dei giovani provenienti dalle categorie inferiori, ed evitare di tagliare loro la carriera sul nascere. Non parlatemi dei costi di una terza vettura, perché se andiamo ad indagare tra simulatori e gallerie del vento potremmo spaventarci.

Ecco perché “Una poltrona per due”, per spiegare una situazione che diventa sempre più spiacevole per quei ragazzi che sognano di arrivare in F1, ma sono costretti a fermarsi un gradino più sotto. Non per colpa loro ma di un sistema che non gira più come dovrebbe, o quanto meno non riesce a stare al passo con i tempi.

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2 Commenti su “F1 2016: “Una poltrona per due” 2.0”
LilSisSilvia dice:

Passionea300 alex_secchi Ohhh alright!!! Got it!! Thank u!!

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