F1 | 1950 / 2017, storia dei fornitori di gomme

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
9 Gennaio 2017 - 09:30
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Quella 2017 sarà la 68a stagione del campionato mondiale di Formula 1, con il conteggio dei Gran Premi che ripartirà da 957 al via del Gran Premio d’Australia a Melbourne, a fine marzo.

La prossima stagione sarà la numero 23 con un solo fornitore di gomme al via: da ormai 10 anni, infatti, il regime del monogomma imperversa nella massima Formula con la Pirelli che rifornisce in solitaria team e piloti dal 2011, dopo aver sostituito la Bridgestone. Sarà così almeno fino al 2019.

Tornando gli albori del Mondiale e ripercorrendone la storia, scopriamo però che un tempo la lotta tra fornitori di pneumatici era molto più dura e contava diversi protagonisti: alcuni dei quali, con il passare del tempo, hanno abbandonato, la massima formula, definitivamente o temporaneamente. Ecco, quindi, la cronistoria e i numeri dei gommisti che si sono susseguiti da quando è stato istituito il campionato del mondo.

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1950/1959: il record di gommisti

Al via del primo campionato del mondo di Formula 1, nel 1950, sono quattro i fornitori di gomme che si presentano complessivamente in pista: oltre alla nostra Pirelli, gareggiano la belga Englebert, la britannica Dunlop e l’americana Firestone: quest’ultima però, pur risultando nelle statistiche, si presenta in una sola occasione all’anno, ovvero la 500 miglia di Indianapolis che agli albori del mondiale concorre al campionato del mondo piloti di Formula 1 e nella quale tutti i piloti utilizzano le gomme americane.

I primi quattro campionati vedono la situazione inalterata, con Pirelli che domina nel numero di vittorie (28 su 32 Gran Premi), Firestone che raccoglie la vittoria nella 500 miglia, Englebert che conquista 4 Gran Premi e Dunlop che resta a zero.

Nel 1954 si aggiungono, ai quattro già presenti, altri due fornitori di gomme: la tedesca Continental e la britannica Avon. È il record imbattuto con sei gommisti complessivi durante la stessa stagione. Pirelli trova un avversario ostico nel produttore tedesco: sono infatti quattro le vittorie che ottengono entrambi i produttori, con la costante Firestone per quanto riguarda Indianapolis. Un anno dopo, nel 1955, Avon è assente, Pirelli resta a zero insieme a Dunlop, mentre Continental conquista 5 Gran Premi su 7. Gli altri due vanno rispettivamente a Firestone ed Englebert. I belgi, nel 1956, fanno incetta di vittorie anche grazie all’assenza di Continental: 5 su 8 GP. Pirelli si riprende con due vittorie prima di dominare la scena nel 1957, con 8 centri su 9 appuntamenti. Situazione ribaltata nel ’58: Dunlop, dopo otto stagioni senza successi, ottiene sette vittorie su 11 Gran Premi. Anche in questa stagione si vedono complessivamente in pista 6 produttori di pneumatici. Pirelli chiude la sua prima esperienza in Formula 1 con zero successi di stagione ma 41 complessivi nei primi 76 Gran Premi della storia della Formula 1. Quello italiano non è l’unico produttore a lasciare: nel 1959 non ci sono più nemmeno Englebert (12 successi su 66 partecipazioni) e Continental (10 su 13). Restano al via Dunlop, che conquista 8 GP su 9, Firestone con la sua sola Indianapolis e Avon, che lascia al termine del decennio con zero vittorie su 29 Gran Premi disputati.

1960/1969: il primo monogomma e l’arrivo di Goodyear

Al via dell’undicesima stagione di Formula 1 ci sono solo due gommisti, ma considerato che uno di questi è Firestone, di fatto è come se ce ne fosse solo uno, ovvero Dunlop. Gli americani chiudono nel 1960 la loro prima “esperienza”, se così si può chiamare, con 11 Indianapolis vinte da fornitore unico della corsa nel catino. Nel 1961 la Formula 1 è monopolizzata per la prima volta da un solo produttore di pneumatici: Dunlop resta il fornitore unico per tre stagioni aprendo la prima era monogomma. Nel 1964 e 1965, quando l’americana Goodyear fa il suo ingresso nel Mondiale (la sua sarà la presenza più lunga di sempre, 35 anni consecutivi), Dunlop domina comunque la scena. Bisogna attendere il 1966, quando Firestone ritorna in pista per la sua prima vera esperienza in Formuila 1, per vedere il dominio britannico in crisi. Questo è l’anno in cui si ha un primo importante cambio regolamentare. I motori passano da 1.5 e 3 litri di cilindrata e le gomme, soprattutto al posteriore, iniziano ad allargarsi a vista d’occhio; tendenza, questa, che aumenta ancora quando sul finire del decennio appaiono i primi alettoni, che conferiscono maggior carico sulle ruote. Goodyear, Firestone e Dunlop chiudono insieme gli anni ’60 spartendosi le vittorie nei Gran Premi in modo tutto sommato equilibrato.

1970/1979: arrivano le slick e Michelin

Il nuovo decennio vede una prima rivoluzione in Formula 1 in ambito gomme: al posto delle intagliate fanno il loro debutto nel 1970 le slick, che conferiscono maggior grip alle monoposto. Nel primo anno i tre gommisti presenti (Goodyear, Firestone e Dunlop) si adeguano progressivamente alla nuova moda. Dal 1971 la rivoluzione, almeno sull’asciutto, è completa. Fino al 1975 la Formula 1 è in regime di duopolio americano. Dunlop si ritira infatti nel 1970 lasciando la scena a Firestone e Goodyear: quest’ultima domina progressivamente dal 1973 al 1977, mentre intorno a lei si verificano alcuni cambiamenti: nel 1975 Firestone abbandona per sempre (con 49 vittorie su 121 partecipazioni), nel 1976 c’è il rientro per due stagioni di Dunlop e il timido ingresso per la prima volta in F1 della giapponese Bridgestone, che tra 1976 e 1977 fornisce i suoi pneumatici esclusivamente nel GP del Giappone. Il 1977 vede l’ingresso nel Circus di un altro fornitore importante: la francese Michelin. 

Le gomme transalpine, tra il 1978 e il 1979, dapprima mitigano la supremazia Goodyear (5 vittorie contro 11 degli americani) per poi sostanzialmente pareggiarla (7 contro 8). Il terzo decennio della F1 si conclude con la Ferrari iridata grazie a Jody Scheckter. In questo periodo le gomme vedono un ulteriore incremento delle dimensioni al posteriore e, al tempo stesso, una riduzione all’anteriore. L’apice si tocca nel 1976/1977, quando il regolamento non definisce il numero massimo di ruote per una monoposto di Formula 1 e permette alla Tyrrell di presentarsi in pista con la P34, iconica monoposto a sei ruote: due al posteriore e quattro, da 10 pollici, all’anteriore. 

1980/1989: decennio a due facce. Prima Michelin, poi Goodyear

Gli anni ’80 possono essere visti come una medaglia a due facce. Se escludiamo il 1980, in cui Goodyear prevale nettamente su Michelin con 11 vittorie contro 3, successivamente si hanno due periodi distinti. Un primo, che va dal 1981 al 1984, nel quale il duopolio tra francesi e americani è a favore dei primi. Nettamente nell’81 e ’84 (13/2 e 14/2 il computo delle vittorie), con un pareggio nel 1982 (8/8) e una leggera prevalenza (9/6) nel 1983. Nel 1981 e 1982, senza però risultati eclatanti, si segnala il rientro dell’Avon.

L’uscita dei francesi dal mondiale, al termine del 1984, dà il via libera ad un dominio Goodyear che durerà fino al 1997. Negli anni ’80 si vede anche il ritorno di Pirelli dal 1981 al 1986, con sole due vittorie conquistate negli ultimi due anni. Il fornitore italiano lascia per due stagioni, in cui Goodyear resta fornitore unico, per fare la sua ricomparsa nel 1989. Le dimensioni delle gomme tornano a riequilibrarsi anche se, al posteriore, la differenza è ancora piuttosto marcata.

1990/1999: Goodyear domina fino al ritorno Bridgestone

Gli anni ’90 vedono il grande dominio degli americani di Goodyear. Il ritiro di Pirelli al termine della stagione 1991, con l’ultima vittoria ottenuta da Nelson Piquet, lascia strada alla terza era del monogomma che si protrae per cinque stagioni, dal 1992 al 1996. Siamo arrivati ad un momento storico nel quale, ormai, le misure delle gomme anteriori e posteriori sono fissate da regolamento, senza più spazi di manovra eclatanti da parte dei team.

Nel 1997, dopo 19 stagioni di assenza, i giapponesi della Bridgestone fanno il loro ritorno nella massima serie. Al primo anno di apprendistato, senza vittorie, segue l’inizio dell’era nipponica. Il regolamento cambia nettamente nel 1998: carreggiata delle monoposto diminuita di 20 cm (da 2 metri a 1,80) e abbandono delle slick per limitare il grip in curva. Sulle gomme anteriori compaiono tre scanalature che diventeranno quattro nel’ 99, le stesse definite da subito per il posteriore. L’anno che vede Mika Hakkinen vincere il suo primo titolo porta la Bridgestone a comandare nel computo delle vittorie sulla Goodyear, 9/7. Gli americani, però, sono al termine della loro lunga esperienza in F1, iniziata nel 1964. Dopo 35 stagioni di militanza abbandonano la Formula 1 lasciando i giapponesi a dominare la scena.

2000/2009: la guerra con Michelin e il ritorno al monogomma

Bridgestone chiude il vecchio ed inizia il nuovo millennio da fornitore unico di pneumatici per la Formula 1. Nel 2001, però, è Michelin a tornare in corsa. I francesi rientrano nel Circus da un’assenza lunga 16 stagioni fornendo i loro pneumatici ai maggiori antagonisti della Ferrari, la quel resta fedele ai giapponesi forti ancora del loro vantaggio. La guerra, da sportiva, diventa anche politica nel 2003, quando le gomme transalpine mettono le ali a Mclaren e Williams mettendo in pericolo il dominio della Rossa a colpi di ricorsi e controricorsi. Il momento più alto dei francesi corrisponde con gli ultimi due anni nel Circus: Fernando Alonso è iridato con la Renault nel 2005 e 2006. Il suo primo titolo corrisponde con un dominio assoluto sui giapponesi: il regolamento impone di non cambiare gomme durante i GP e la Ferrari va in crisi netta. Vince solo l’assurda Indianapolis, in cui i gommati Michelin non prendono parte alla gara per motivi di sicurezza. Per il resto, Michelin batte Bridgestone 18/1. Nel 2006, in cui il cambio gomme torna permesso durante i Gran Premi, la lotta è totale: 9 gare vinte a testa tra gommati francesi e giapponesi nell’ultimo anno di presenza di più di un fornitore. A fine stagione i transalpini si ritirano da campioni. Dal 2007 Bridgestone resta unico gommista in Formula 1.

2010/oggi: Bridgestone lascia, via al monogomma Pirelli

Ancora una volta Bridgestone chiude un decennio per aprirne un altro. Il 2010 è anno in cui, dal punto di vista regolamentare, si ha una riduzione in larghezza delle gomme anteriori di circa tre centimetri e l’eliminazione dei rifornimenti. Soprattutto è l’ultimo anno del fornitore giapponese nel mondiale di Formula 1: a partire dal 2011 il regime di monogomma finisce in mano a Pirelli. L’azienda italiana assume il ruolo di fornitore unico e, congiuntamente con la FIA, propone una nuova gestione delle gomme, votata alle prestazioni ma anche allo spettacolo. Mescole diverse e distinguibili anche dal pubblico tramite colori definiti del marchio sulla spalla e degrado elevato per aumentare implicitamente il numero di pitstop e, quindi, il movimento in pista.

Dopo sei stagioni arriva il cambio regolamentare che vivremo a partire da questa stagione: monoposto che tornano a 2 metri di carreggiata (si torna alle misure 1997) e gomme che aumenteranno in larghezza di 6 cm all’anteriore e 8 al posteriore, per un totale rispettivamente di 305 e 405 millimetri. Un ritorno al passato per cercare di conquistare il futuro.

I fornitori in numeri

Goodyear, dall’alto delle sue 35 stagioni consecutive, è la regina dei fornitori con 493 presenze e 368 vittorie. Pirelli, grazie alle ultime stagioni, ha sopravanzato Bridgestone. Per il fornitore italiano, in attesa del 2017 le presenze sono 316 con 157 vittorie, mentre i giapponesi sono fermi a 244 e 175. Seguono Dunlop (174/83), Firestone (121/49), Englebert (66/12), Avon (29/0) e Continental (13/10). Si tratta, comunque, di numeri prettamente statistici: le vittorie andrebbero inquadrate anche nel loro contesto (monogomma, plurigomma) in modo da comprendere meglio le percentuali di forza dei vari fornitori anche in condizioni di concorrenza.

Ed ora, via al 2017…

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