ELMS Le Castellet: vittoria al debutto per Racing Engineering

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
19 Aprile 2018 - 23:18
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Sulla pista di Le Castellet, lo scorso weekend, si è aperta la stagione 2018 dell’ELMS. La 4h disputatasi sul circuito Paul Ricard ha visto il trionfo, al debutto nella categoria, per il team Racing Engineering che quest’anno ha lasciato le monoposto (e in particolare la F2) per l’Oreca 07 affiancando Norman Nato all’esperto Olivier Pla e a Paul Petit. Il podio della categoria LMP2 è stato completato dalla rimontante TDS Racing #33 di Duval/Perrodo/Vaxivière e dalla #29 del team Duqueine con Jamin/Panciatici/Ragues, che ha conquistato il gradino più basso solo nelle fasi finali della corsa. Netto dominio delle Oreca, con sette vetture davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi. In LMP3, successo per la Ligier del team RLR con Farano/Garofall/van Uitert, mentre tra le GTE si è imposta in volata la Ferrari #66 del team JMW con Griffin/MacDowall/Molina.

Qualifiche

A sorpresa, la pole position del sabato va all’Oreca del team Idec Sport grazie all’eccellente crono di 1:41.194 segnato da Paul-Loup Chatin. Il giovane francese precede di oltre quattro decimi Matthieu Vaxivière, al volante della 07 gestita dal team TDS Racing e di sette decimi la DragonSpeed #21 pilotata da Benjamin Hanley. Restano di poco sotto il secondo la Racing Engineering #24 e la Duqueine #29, mentre Harrison Newey con la #31 del team Algarve-Rebellion becca un secondo esatto. La prima non-Oreca è la Ligier JSP217 del team Panis-Barthez che si colloca al settimo posto con Will Stevens, mentre la migliore delle Dallara è la SMP Racing #35 con il giovane russo Egor Orudzhev, che paga un secondo e tre decimi dalla pole. Solo una 16esima posizione per la P217 del team Villorba, con Andrea Belicchi alla guida.

La prima sfida della stagione tra Norma e Ligier in LMP3 viene vinta, paradossalmente, dall’unico team dell’ELMS che schiera entrambe. David Droux porta in pole la Norma #19 del team di Yvan Muller battendo per un’inezia, a tempo abbondantemente scaduto, il crono registrato da Mathieu Lahaye sulla M30 gemella del team Ultimate. Il piccolo costruttore nato nel sud della Francia si prende anche la terza posizione grazie al team lussemburghese DKR, mentre la prima Ligier è quella del team RLR Motorsport guidata dall’olandese Job van Uitert, proveniente dalla Formula 4. A seguire, ecco le Ligier gestite dalla United Autosports di Zak Brown, mentre la Norma del team italiano Oregon non va oltre un 15° posto di categoria con Riccardo Ponzio.

Tra le GTE è inarrestabile Matteo Cairoli, alla guida della Porsche #88 del team Proton. Il pilota italiano stacca un tempo che vale addirittura la 30esima casella della griglia di partenza, subito alle spalle della decima LMP3, precedendo di un secondo e due decimi Miguel Molina con la Ferrari #66. Tra i due, originariamente, si piazza Benjamin Barker con la Porsche del team Gulf, ma dopo le qualifiche la 911 #86 viene esclusa dalla classifica a causa di un diffusore posteriore non conforme al regolamento. Terza sale così un’altra Porsche del team Proton, la #77 guidata dallo young driver di Weissach Dennis Olsen, mentre al quarto posto si colloca Andrea Bertolini con la Ferrari del team Krohn.

Gara

La corsa è quasi interamente dominata dal team Racing Engineering, che passa in testa dopo un’ora e 15 minuti a seguito della foratura occorsa a Nicolas Lapierre, il quale aveva guidato la classifica fino a quel momento sull’Oreca della DragonSpeed. A metà gara la scuderia statunitense rimane coinvolta in un incidente ben più grave, quando Henrik Hedman si scontra con la Ferrari #55 a Beausset ed è costretta al ritiro, causando anche una Safety Car per il danneggiamento delle barriere esterne alla curva. L’unica insidia per la scuderia gestita da Alfonso di Orléans è rappresentata, per pochi minuti, dal team Signatech, che alla fine della penultima ora riesce a portarsi in testa dopo l’ultimo cambio pilota approfittando dei problemi riscontrati da Olivier Pla nel traffico. Il pilota ufficiale Ford riesce però a chiudere in pochi giri il gap con Pierre Thiriet, superandolo a 55 minuti dalla bandiera a scacchi.

Con la #24 in fuga, nel corso dell’ultima ora si infiamma la lotta per il secondo posto. A spuntarla è la rimontante TDS Racing, che dopo la strana decisione di effettuare la partenza con il gentleman driver François Perrodo, il quale perde una decina di posizioni in pochi giri dalla prima fila dello schieramento, effettua un grande recupero grazie a Loïc Duval e Matthieu Vaxivière. Thiriet perde terreno dopo avere ricevuto il volante della Oreca-Alpine da André Negrão, venendo scalzato anche dall’ex pilota Indy Lights Nicolas Jamin, del team Duqueine, e dalla G-Drive #26 pilotata da Andréa Pizzitola. 

Dopo la pole, il team Idec non riesce a confermarsi protagonista in gara chiudendo solo al settimo posto, doppiato dopo un drive through dovuto ad un sorpasso in regime di Safety Car, davanti alla prima Ligier che ancora una volta è quella del team Panis-Barthez. Le novità aerodinamiche concesse dalla FIA alle avversarie di Oreca in LMP2 sembrano avere sortito ben poco effetto. 

Gara molto sfortunata per le Dallara, in particolare quelle di SMP Racing e Villorba. Il team russo accusa diversi problemi di affidabilità e si ritira definitivamente a sette minuti dalla fine, già in ritardo di tre giri, mentre il trio made in Italy Belicchi/Lacorte/Sernagiotto accusa ben due drive through (prima a causa di un sorpasso in regime di bandiere gialle e poi di un mancato rallentamento durante una full course yellow) e termina solo 14°. La migliore delle vetture emiliane al traguardo è quella gestita dalla compagine di Adrián Vallés, 11esima con Chaves/Tereshchenko.

Tra le LMP3 è piuttosto netto il successo del team RLR, spinto da un van Uitert in giornata di grazia al suo debutto sui prototipi. A fine gara sono 32 i secondi di vantaggio sulla Norma del team Muller, mentre sul gradino più basso del podio si piazza la rimontante Ligier #11 del team Eurointernational di Antonio Ferrari, guidata dal sempreverde Giorgio Mondini e da Kay van Berlo. Netto capovolgimento di fronte rispetto alle qualifiche: tra le prime dieci LMP3 al traguardo ci sono ben nove JSP3 mentre due delle Norma protagoniste in qualifica sono costrette al ritiro, con Jean Glorieux che stampa la #8 contro le barriere della Virage du Lac dopo 21 minuti di gara e la #17 del team Ultimate che accusa problemi al cambio ed è infine costretta al ritiro a quattro giri d’orologio dalla bandiera a scacchi dopo una lunga sosta ai box.

Gioia negata a Matteo Cairoli e al team Porsche Proton in GTE. Il pilota italiano transita sul traguardo proprio davanti alla Racing Engineering che festeggia la vittoria e proprio in quel momento firma la sua condanna, perché è proprio in quell’ultimo giro “regalato” che Miguel Molina e la Ferrari affondano l’attacco definitivo e conquistano la vittoria di categoria. L’affondo decisivo arriva tra Camp e Sainte Beaume, con Molina che si infila all’interno di Cairoli e lo costringe ad una lunga digressione sulle strisce abrasive fuori dal tracciato; il comasco rientra in pista ancora davanti allo spagnolo, che tuttavia ha più slancio sul Mistral e passa in testa senza dare più occasione di recupero alla Porsche #88. 

C’è tanta Italia anche sul terzo gradino del podio, con la Porsche del team Ebimotors guidata da Fabio Babini e dal giovane talento proveniente dalla Carrera Cup Italia, Riccardo Pera, oltre all’intramontabile Raymond Narac. Ai piedi del podio la Ferrari del team di Tracy Krohn, con Niclas Jönsson e Andrea Bertolini ad accompagnare un’altra istituzione del motorsport come il 63enne di Houston. Ancora sfortuna per il team Gulf Racing, costretto al ritiro da problemi di pressione del carburante dopo un ottimo primo stint effettuato dal gentleman driver Michael Wainwright.

Questa la classifica della 4h di Le Castellet. Il prossimo appuntamento con l’ELMS è previsto per il weekend del 13 maggio, con la 4h di Monza.

Immagine copertina: twitter.com/EuropeanLMS

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