Ecclestone: “no ai cockpit chiusi”

F1Regolamento
Tempo di lettura: 1 minuto
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
13 Ottobre 2015 - 18:30
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Arriva dalla voce del Padrone un “no” di rilevante importanza riguardo un’eventuale introduzione dei cockpit chiusi in Formula 1.

Il rifiuto di Ecclestone non riguarda i possibili impedimenti tecnici di una soluzione del genere, ma punta a mantenere la tradizione dello sport, che ha visto il pericolo farne sempre parte anche se in percentuale via via più ridotta nel corso dei decenni.

Le ipotesi dell’introduzione dei cockpit chiusi con un cupolino di derivazione aeronautica risale al 2011, quando a seguito dell’incidente di Felipe Massa a Budapest nel 2009 furono effettuati degli studi di fattibilità. Le ultime tragedie di Jules Bianchi (che, per inciso, non sarebbe probabilmente sopravvissuto nemmeno con il cupolino) e di Justin Wilson in Indycar hanno riaperto il caso. L’incidente di Carlos Sainz di sabato durante le prove libere del GP di Russia hanno alimentato ancora la questione, tra pareri favorevoli e contrari.

“E’ uno sport pericoloso, nessuno vuole vedere qualcuno morire o farsi male, ma la gente va al circuito per vedere sfide al limite e anche pericolose. Ovviamente nessuno vuole vedere delle disgrazie, ma possono capitare”.

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Un Commento su “Ecclestone: “no ai cockpit chiusi””
BurgerChrist dice:

Questo è sbagliato! Ormai si sa che non sono un grande estimatore dell’idea del cupolino, ma solo perchè credo che gli svantaggi possano rivelarsi maggiori dei vantaggi in situazioni di pericolo. Dire “no” solo per mantenere la tradizione non ha senso. Si facciano altri test, si prendano tutte le precauzioni del caso, si dimostri che questo benedetto cupolino può essere sicuro al 100% e non diventare esso stesso un pericolo e sarò il primo ad essere felice della sua introduzione!

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