E la F1 si prese gioco di chi la critica..

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
7 Aprile 2014 - 09:00
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E’ stata una settimana di critiche, ipotesi, proposte, sondaggi.
Questa F1 non va bene, bisogna fare qualcosa, il rumore non si sopporta, non si può andare al risparmio, e via dicendo.

Riunioni, incontri, chi più ne ha più ne metta. Insomma, da un momento all’altro pareva che si dovesse prendere il regolamento 2014 e rivoltarlo come un calzino.

E poi, cosa succede? Succede che per un’ora e mezza si vedono sorpassi e controsorpassi, molti dei quali rigorosamente in zona NON drs, e tutti a fine gara sono felici e contenti. La F1 si prende gioco delle critiche, praticamente.

E, se dopo due gare ‘noiose’, ne capita una così, con stesse auto e stessi piloti, forse qualcuno dovrebbe porsi qualche domanda. E poi, cosa si intende per gare ‘noiose’? Quelle senza sorpassi?

L’ho già scritto qualche giorno fa: preferisco un sorpasso sudato per 10 giri che 10 sorpassi nello stesso giro col DRS. Siamo talmente affamati di spettacolo che accettiamo anche quello finto. E se non ne abbiamo abbastanza ne cerchiamo ancora (magari sempre finto) per saziarci.

Quello che è successo nei primi due GP è totalmente fisiologico in una qualsiasi categoria motoristica. Soprattutto in una che non c’entra niente con l’anno precedente. Per due gare anonime si pensava già a ricambiare tutto, e magari ad inserire qualche altra variabile impazzita per far sì di rendere più caotiche le gare. Come se non bastassero le cazzate di questi ultimi anni.

Il concetto di noia e spettacolo hanno di fatto contribuito a rendere la F1 quello che è ora. Aggiungiamo il capitolo introiti, e capiamo che la F1 per *necessità* deve garantire un tot di sorpassi a gara per essere ritenuta accettabile. Poco importa se siano veri e costruiti. Ma è proprio questo concetto inaccettabile, perchè nel motorsport non è e non deve essere automatico che ci debbano essere sorpassi perchè la gara sia avvincente.

Oggi ci siamo divertiti perchè abbiamo assistito a lotte vere, non favorite da chissà quale diavoleria. Ma nessuno ci dice che in Cina sarà ancora così. Perchè in una corsa ci sono centinaia di variabili che possono influire sul suo andamento. Pretendere ad ogni costo lo spettacolo significa rendere finto il prodotto. Personalmente, credo che possano esserci gare senza sorpassi altamente interessanti dal punto di vista tecnico.

Questo, però, cozza con quello che chiedono gli sponsor ed è purtroppo il pensiero al quale molti spettatori si sono abituati, cioè al continuo scambio di posizioni (mi rifiuto di chiamare sorpassi quelli propiziati dal DRS). Questo è anche il risultato del voler trasformare a tutti i costi la F1 da Sport a Prodotto commerciale, con tutti i suoi derivati.

Da qui la pazienza limitata di fronte a due gare senza colpi di scena e l’ansia di dover mantenere uno standard accettabile per rimanere (il prodotto) appetibile a chi investe.

Brutta storia, non c’è che dire.

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2 Commenti su “E la F1 si prese gioco di chi la critica..”
Lucifero Regazzoni dice:

La Formula 1, essendo uno sport, non dovrebbe garantire nessun tipo di spettacolo. Lo show è qualcosa di secondario e, anche se è auspicabile, più che una caratteristica della disciplina, è un risultato aleatorio causato dalla competizione dei piloti e da eventi fortuiti.
Ma la Formula uno è uno sport? Lo è ancora? Siamo sicuri? Ormai credo sia legittimo dubitare della natura di questa disciplina…
Non sto a parlare di rumore, di alette che ti aiutano a superare quello che hai davanti, di gomme studiate per non durare, di piloti costretti a guidare col panico della spia della riserva. Non voglio nemmeno polemizzare sulla disgraziata abitudine di cambiare annualmente le regole, falcidiando uno sport con trovate ignobili come il raddoppio dei punti dell’ultima gara.
Dico soltanto una cosa: in qualsiasi disciplina sportiva ogni atleta (a scanso di equivoci: l’atleta del motorsport è una somma di uomo e macchina) opera nelle medesime condizioni e il fine ultimo della sua competizione, oltre a quello di primeggiare e vincere dimostrandosi il migliore, è anche quello di alzare il livello della propria performance, battere record e far evolvere la propria disciplina fino al raggiungimento del limite.
James Ray “Jim” Hines è stato il primo atleta nella storia a correre i 100 metri piani sotto i 10 secondi. Era il 1968 e li ha corsi in 9″99. Carl Lewis, il figlio del vento, ottenne il primo record del mondo nel 1988, correndo in 9″92, e un secondo nel 1991 scendendo a 9″86. Usain Bolt, il detentore del record attuale, li ha corsi in 9″58. Ora, nel primo gran premio in Barhain, nel 2004, un certo Schumacher fece segnare un 1’30″139 e ottenne la pole position. Il poleman di quest’anno, invece, è Nico Rosberg e ha girato 1’33″185. Tre secondi. Non dico altro…

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