Double e triple header: è anche così che si perde interesse

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
21 Giugno 2018 - 21:16
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Con il weekend francese che inizia domani la Formula 1 entra per la prima volta nella sua storia nel vorticoso tunnel di un triple header, ovvero una tripletta di gare a distanza di sette giorni una dall’altra. Avremo appunto il Paul Ricard questa domenica, seguito da Austria e Gran Bretagna senza sosta alcuna. Settantacinque punti assegnati in quindici giorni.

È anche così, a mio modo di vedere, che si perde interesse. Il troppo stroppia, si dice: prendo ad esempio il campionato del 1996, davvero uno a caso. Sedici appuntamenti contro ventuno distribuiti su sette mesi, dal 10 marzo al 13 ottobre. Nessuna pausa estiva di un mese, come accade ora, due soli double header; quello tra Brasile (31 marzo) ed Argentina (7 aprile) e quello del Gran Premio d’Europa al Ring del 28 aprile seguito da quello di San Marino ad Imola, il 5 maggio. Per il resto, almeno due settimane tra una gara e l’altra, con seconda ed ultima a tre settimane dalla precedente.

Se guardiamo il calendario 2018 scopriamo che si parte due settimane dopo e si finisce un mese e mezzo dopo. Come detto, un mese di pausa estiva per le vacanze ed ecco che nel tempo che resta bisogna inserire le cinque gare in più di differenza rispetto a 22 anni fa. Nel 2018 la Formula 1 conta cinque double header: Bahrain-Cina, Germania-Ungheria, Belgio-Italia, Russia-Giappone, Usa-Messico. A questi si aggiunge addirittura il primo triple header della storia con Francia, Austria e Gran Bretagna.

Se una volta due gare in sette giorni erano una rarità, oggi caratterizzano il calendario. Ma non è detto, a mio modo di vedere, che sia una nota positiva. Il Gran Premio, in quanto tale, era considerato un evento eccezionale, non una routine come è diventato ora. Il mondiale aveva un suo ritmo che procedeva genericamente ogni quattordici giorni: questo permetteva agli appassionati di mantenere l’attesa, di attendere, di ragionare sul mondiale durante la settimana di sosta informandosi anche sulle riviste specializzate. Ora è tutto più frenetico: si passa da una gara all’altra, si fatica a metabolizzare un risultato che già si deve guardare alla settimana successiva.

Il rischio è quello di perdere il senso ed il significato del Gran Premio. Double e triple header possono innescare un meccanismo tale per cui il risultato di una gara, se positivo, non può essere goduto, e se negativo richiede di riconcentrarsi subito per il successivo appuntamento. Se da un lato vedere più gare può essere visto come un miglioramento, del tipo “più gare ci sono più mi diverto”, dall’altra può assuefare, a tratti annoiare o pensare che saltare una gara non sia poi così importante, visto che ce ne sono molte altre.

Certo, i motivi per cui la Formula 1 ha perso di interesse negli ultimi quindici anni sono anche altri, ma quello del calendario è un aspetto che viene spesso snobbato ma che, secondo me, merita un attimo di ragionamento.

Insomma, una volta la domenica del GP era sacra, ora si rischia il “ma come, corrono ancora?”. Non è la prima volta che me lo sento dire.

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