Che bello fare i piloti con il culo degli altri…

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
14 Novembre 2016 - 12:15
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Non sono bastate Sepang 2009 e Montreal 2011: vediamo se Interlagos 2016 aiuta tutto il mondo della F1, team compresi che non si sono mai lamentati, a capire che il “Parco Chiuso” è una delle idiozie più clamorosamente pericolose messe in atto negli ultimi quindici anni.

Il richiamo di Andrea Ettori nel suo post di stamattina è chiaro e lo voglio approfondire. Parto però da un altro concetto. Smettiamola di fare i piloti con il culo degli altri: quello di Grosjean, Ericsson, Massa e Raikkonen, o degli altri che se la sono vista brutta con più fortuna, come Verstappen. Kimi, ieri, se qualcuno non se ne fosse accorto, ha rischiato di farsi molto male così come Ocon che, se non fosse stato più che attento, avrebbe rischiato a sua volta centrando in pieno rettilineo la Ferrari. E poi avrei voluto vedere i tanti detrattori del finnico mettersi le mani nei capelli. Finiamola di essere piloti dal divano, perché molti di quelli che criticano non sarebbero andati in pista nemmeno dietro la Safety Car, e se la sarebbero fatta sotto anche con il pilota automatico.

Capisco che l’uomo sia interessato allo spettacolo macabro, e capisco anche che questo faccia audience. Fortunatamente, però, dopo il 1° maggio 1994 si è deciso che la Formula 1 dovesse diventare anche e soprattutto sicura, e non un insieme di bare volanti atte a mandare i piloti al macello. E grazie a questo alcuni di loro, tra i quali Luciano Burti e Robert Kubica per citarne due, possono ancora far parte di questo mondo. 

Ieri ho letto tanta di quella supponenza da far spavento. Piloti asciutti, comodi, seduti sul divano che invocavano a gran voce la partenza della gara quando non c’erano le condizioni necessarie affinché questo avvenisse. E non parlo di condizioni meteorologiche, ma di condizioni delle vetture. Perché si fa ancora tremendamente fatica a capire che queste monoposto, castrate dal Parco Chiuso, sul bagnato sono inguidabili. E vi dirò di più: inizio a pensare che le monoposto anni ’90, assettate da bagnato con altezza da terra aumentata, sospensioni ammorbidite e incidenza delle ali maggiorata, per quanto meno sicure in caso di botto fossero assurdamente più prevedibili e gestibili sull’acqua dal pilota di quanto non siano le ipertecnologiche F1 ibride del 2016.

Prima dell’introduzione del Parco Chiuso, nel lontano 2003, si poteva agire sulla vettura e renderla più adatta alle diverse condizioni. E se tra sabato e domenica il tempo si ribaltava, la mezz’ora di warm up della domenica mattina, abolita nello stesso anno, dava modo ai team di tentare il colpo di genio dell’ultimo secondo. Aggiungo che il Parco Chiuso fu introdotto anche per dare uno stop ai motori da qualifica e per obbligare i piloti a qualificarsi con il quantitativo di carburante utile alle prima parte di gara. Entrambi questi punti non sussistono più, dal momento in cui il numero annuale di Power Unit è fissato e i rifornimenti non sono più in vigore.

Chi parla adesso di assetto da bagnato (ne ho lette in riferimento a Verstappen per giustificarne il garone di ieri) ne ha una visione errata: l’unica vera differenza attuale tra una monoposto da asciutto e una da bagnato sono le gomme montate. Quelle da bagnato hanno un diametro di un centimetro maggiore rispetto a quelle da asciutto, che si traduce in un’altezza da terra della vettura di 5mm superiore. Comunque non sufficienti, perché con l’acqua si deve agire in termini di centimetri, non di millimetri. 

Il regolamento, al punto 34.2 appendice “O”, precisa che in regime di Parco Chiuso, in caso di cambio di condizioni climatiche e dopo un chiaro messaggio degli ufficiali di gara, i team sono autorizzati unicamente ad agire sulle prese d’aria dei radiatori e su quelle dei freni, tappandone alcune parti per evitare che i freni stessi si raffreddino troppo con temperature d’esercizio più basse. Tutto il resto non si può toccare. Né l’altezza, né le sospensioni, né le ali. Con il risultato che una monoposto troppo bassa, in velocità e quindi con l’effetto schiacciamento che aumenta, rischia di andare in aquaplaning con facilità estrema, così come abbiamo visto ieri. Non credo proprio che il buon Grosjean stesse tirando alla morte in un giro di allineamento…

Qui non si tratta di avere le palle o gli zeri nel conto corrente. Se voi foste apicoltori, anche pagati, andreste per arnie come mamma v’ha fatta? Io no, sinceramente, e non me la sento di dare delle mezze cartucce ai piloti che ieri si lamentavano delle condizioni. In auto c’erano loro, non noi, e sono i loro occhi quelli che contano, non i nostri. Poi potrete dirmi che in passato avevano più palle, erano più coraggiosi, etc etc. Ma torniamo al discorso di prima: questa F1 non è più “quella”. E nonostante tutto quello che è successo, gara meravigliosa di Verstappen inclusa, resto dell’idea che gare come quella di ieri siano da fermare, perché ci sono tante volte in cui le cose poi vanno bene, ma quando poi capita la disgrazia si piange tutti per aver preso rischi non necessari. Per inciso, fino alla seconda sospensione Whiting ieri si è comportato stranamente in modo consono rispetto agli eventi. Non ho capito l’ultima ripartenza, con condizioni peggiori rispetto alla precedente sospensione, se non come dettata da un input dall’alto, per evitare troppo malcontento da parte del pubblico di un GP ancora con l’asterisco per il 2017.

Io non voglio vedere gare annullate se piove così come non voglio vedere i piloti girare sotto Safety Car fino a quanto è asciutto (come a Silverstone). Voglio che i piloti le possano correre, le gare sul bagnato, anche rischiando ma al meglio delle loro possibilità. Andare in giro pancia a terra con dei fiumi d’acqua non è né spettacolare né interessante, ma solo una lotteria utile a vedere chi si schianta prima. Fino a quando tocca agli altri ci va bene, se tocca a noi no. E allora via il Parco Chiuso, libertà a tutti di correre secondo le loro migliori condizioni, e poi vinca il migliore. Se è vero che si vuole semplificare il regolamento, ieri uno spunto interessante c’è stato. 

Basta, però, fare gli eroi dal divano. Ci si rende solo ridicoli.

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