Charles nel 2019 in Rosso? I precedenti, il club del 27, i rischi da valutare

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
26 Giugno 2018 - 14:01
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La prepotente ascesa di Charles Leclerc è sotto gli occhi di tutti. Dopo un paio di gare di ambientamento il trend del monegasco è ripartito fragoroso con risultati eccellenti a bordo della Sauber sponsorizzata Alfa Romeo, soprattutto se paragonati con quelli del compagno Marcus Ericsson.

L’appartenenza di Charles alla Ferrari Driver Academy pone gli occhi su di lui ancor di più: l’abbiamo visto soprattutto nelle ultime gare dove sono arrivati punti e, come in Francia, passaggi in Q3. Inoltre, come logica conseguenza, le sue quotazioni come futuro pilota Ferrari nel momento in cui Raikkonen deciderà di smettere salgono weekend dopo weekend. In questo, il ventenne ha superato l’infatuazione (forse) momentanea per Daniel Ricciardo.

A questo punto sovviene una prima domanda. Sarebbe il momento giusto, per Charles, per salire sulla Rossa in veste di pilota ufficiale?

Se parliamo di prestazioni, di rendimento medio, di affidabilità la mia risposta è sì, sicuramente. Non sono tanto le prime gare in F1 a convincermi di questo ma i due anni dominati in GP3 prima e Formula 2 poi. Campionati vinti uno in fila all’altro, da rookie e con una scioltezza da pilota esperto, con pochissime sbavature. Quindi sì: dopo un anno di gavetta, per me il 2019 potrebbe essere l’occasione buona.

Ma… perché c’è sempre un “ma”, la domanda più interessante è la seconda. Se lui può essere definito pronto, si può dire lo stesso per la Ferrari? Sarebbero sufficientemente coraggiosi a Maranello per affidare il ruolo di seconda guida ad un ragazzo che compirà 21 anni ad ottobre? Se guardiamo alla filiera Red Bull notiamo come la loro politica non abbia mai badato troppo all’età, basti vedere con lo stesso Vettel (messo in Red Bull a 21 nel 2009) e con Verstappen, vincitore all’esordio nel team principale a soli 17 anni.

Mosso da curiosità sono andato indietro nel tempo per vedere a quale età altri piloti hanno esordito sulla Rossa. Considerando gli ultimi trent’anni, se ho calcolato esattamente (e si sa mai, ultimamente sono un po’ rinco) il più giovane ad aver corso il suo primo GP con la Ferrari risulta essere Felipe Massa, nel 2006, un mese prima di compiere 25 anni, seguito da Jean Alesi che nel 1991 ne aveva ancora 26 (è nato a giugno) quando iniziò il mondiale.

Segue poi un folto club del 27: Gerhard Berger nel 1987, Michael Schumacher nel 1996, Rubens Barrichello nel 2000, Kimi Raikkonen nel 2007 e Sebastian Vettel nel 2015 hanno tutti esordito in Ferrari a 27 anni di età compiuti, da più o meno tempo. Come se questa rispecchiasse l’età della maturità.

A 28 anni troviamo poi Ivan Capelli, nel 1992, e Fernando Alonso, nel 2010. Cinque sono invece gli over trenta: Eddie Irvine, nel 1996, era appena entrato nel club. Seguono Nigel Mansell ed Alain Prost, che hanno corso la loro prima gara per il Cavallino a ben 35 primavere rispettivamente nel 1987 e 1990. Infine ci sono due fuori quota, chiamiamoli così. Giancarlo Fisichella (per il finale di stagione del 2009) ha “esordito” in Rosso a Monza a 37 anni, sostituendo Luca Badoer che ne aveva 39 ai tempi delle sue due gare a Valencia e Spa.

Escludendo Felipe ed i trentenni troviamo quindi otto piloti a cavallo tra i 26 ed i 28 anni. Non è un dato da sottovalutare, dato che si parla delle ultime tre decadi e di mettere in macchina nel prossimo futuro un ragazzo che ne deve compiere 21. A fronte di questi dati, è chiaro che optare per una scelta del genere rappresenterebbe un salto nel buio per la Ferrari, che in quanto tale nel nome e nella sua storia pone sui propri piloti, direttamente o meno, una pressione mediatica ben più alta rispetto ad un altro team. Chi guida per il Cavallino, se a volte può essere difeso dalla stampa nostrana, è sempre sotto la lente di ingrandimento e sente sulle spalle il peso del colore rosso. Le vittorie pesano ma gli errori ancora di più.

Alla luce di questo, quindi, la decisione in ottica 2019 potrebbe essere difficile. Rinnovare per un altro anno Raikkonen esporrebbe lui e la Ferrari stessa alle critiche di chi ormai non lo vede più meritevole di guidare la Rossa, sebbene qui si potrebbe aprire un altro capitolo: al tempo stesso, questo proteggerebbe per un’altra stagione il giovane Leclerc in crescita tranquilla in Sauber.

Il problema è che non si potrebbe comunque attendere più di un anno, perché nel caso qualche altro team potrebbe fare carte false per strappare Charles alla Rossa e farlo esordire da subito a dispetto dell’età. Per aspettare quindi un anno tra i 21 ed i 22, secondo me tanto vale correre il rischio e gettare Charles nella mischia all’ombra di Vettel, più che altro per non dover far fronte ad un altro, di rischio: quello delle avance da parte di Mercedes o Red Bull. Per far esordire il monegasco da subito la Ferrari dovrebbe costruirgli attorno una protezione mediatica mai vista, in modo da offrirgli la possibilità di crescere con tranquillità al fianco del tedesco per poi esplodere quando Sebastian lascerà.

Vedremo come andrà, ma ho come la sensazione che mai come quest’anno le cose potrebbero cambiare. E, personalmente, non vedo l’ora di vedere Charles lottare con una monoposto capace di vincere.

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