Charles, l’inizio di una storia nella Storia

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Marzo 2019 - 19:25
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Se non avessi aperto questo sito, ormai sei anni e mezzo fa, in questo momento mi riterrei sotto shock dopo aver assistito alla prima, fantastica, pole position di Charles Leclerc.

Una mia grande lacuna – una delle tante – degli anni che hanno preceduto l’avventura di P300 è stata quella di interessarmi relativamente poco alle categorie minori e di vivere solo di Formula 1. Dover curare questo sito e circondarmi di persone che seguono praticamente tutto mi ha portato ad interessarmi, seguire a mia volta, imparare che il motorsport è un mondo infinito. E sono felice di poter dire che la Pole di oggi di questo ragazzo non mi stupisce più del necessario.

Lo conosciamo da parecchio: di lui scriviamo su queste pagine dai tempi della GP3 del 2016 ed abbiamo seguito la sua crescita esponenziale con la sicurezza che questo momento, quello della ribalta e del primo risultato importante, sarebbe arrivato. Era solo questione di tempo. Charles è il primo prodotto della Ferrari Driver Academy a conquistare una Pole. In cuor suo credo gli sarebbe piaciuto essere il secondo dopo Jules, che per lui era come un fratello. Forse sarebbe andata così: forse, fantasticando oltre il dovuto, un giorno si sarebbero trovati fianco a fianco nella stessa squadra. Credo che, in ogni caso, Charles corra con un pochino di spinta in più.

Questo ragazzo è un predestinato, un altro rappresentante della nuova generazione che si affaccia con fragore su questo mondo. L’avevamo già capito con GP3 e Formula 2, quando ancora il suo nome era conosciuto per lo più agli addetti ai lavori e a quelli che avevano tempo e voglia di seguire anche quello che c’è intorno al Circus. Fortunatamente rientriamo in questo gruppo e credo sia difficile non pensare che Charles sia destinato a vincere e non poco.

Come per la Pole di oggi sarà solo questione di tempo. Oggi inizia una storia all’interno di una Storia ancora più grande. E, un giorno, potrò sentirmi fortunato ad averlo visto muovere i primi passi con una F1, sia l’anno scorso con la Sauber che quest’anno con la Ferrari. È anche per questo che è bello andare in pista e girare, fare chilometri a piedi, tornare la sera con i piedi sfatti. Perché non sai mai quali ricordi potranno restarti in testa, più che nella memoria della reflex.

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