C’è un Délétraz in ognuno di noi

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
26 Marzo 2017 - 09:26
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Il 1994 è un anno entrato nella storia della Formula 1 per il week-end nero di Imola, per la paura che ha poi attanagliato tutto l’ambiente e per il primo titolo mondiale di Michael Schumacher. Un campionato che il tedesco ha vinto ad Adelaide dopo un contatto con Damon Hill molto discutibile, che a distanza di anni fa ancora parlare.

Ma è stata anche la stagione del “rent-a-car”, cioè di quei team che per esigenze di budget cambiavano piloti con grande facilità. Soprattutto la Larrousse, in quelle ultime gare della stagione, mise nell’abitacolo della LH94 diversi personaggi particolarmente interessanti.

Da Olivier Beretta a Hideki Noda, giusto per citarne due. Nel week-end “mondiale” di Adelaide nel box del team francese si presentò a tutti tale Jean-Denis Délétraz. Svizzero, classe 1963, proveniente dal campionato turismo francese dove guidava una Seat non competitiva,  Délétraz arrivò a prendere il posto del ben più affidabile e competitivo Erik Comas.

Una decisione che non suscitò consensi unanimi nel team francese, tanto che lo stesso proprietario, Gérard Larrousse, preferì restare a casa e non seguire la squadra nella trasferta australiana. La cosa buffa è che il buon Jean-Denis non fece alcun test con la vettura che avrebbe dovuto guidare, e il cittadino di Adelaide non era esattamente una passeggiata di salute.

Pronti-via, nelle libere del venerdì un guasto ai freni lo mandò a muro, giusto per impedirgli di effettuare qualche giro di apprendistato. In effetti, scorrendo la classifica dei tempi, dopo le prime prove Délétraz è ultimo, dietro anche alle due Pacific e staccato di circa 8″ dal miglior tempo della sessione. I meccanici della Larrousse si guardarono in faccia, consapevoli che il potenziale della vettura, seppur non elevato, era sicuramente migliore di quello visto in pista con lo svizzero.

Ma Délétraz pagava per correre e nelle qualifiche del venerdì pomeriggio si mise dietro le due lentissime Pacific, pur riuscendo nell’impresa di beccarsi oltre un secondo dal non irresistibile compagno di squadra, Hideki Noda. I tempi per la griglia restarono quelli del venerdì, perché nella sessione di qualifica del sabato una pioggia intensa non permise a nessuno di migliorarsi.

Nonostante l’acqua, Délétraz scese in pista comunque per qualche giro, prendendosi i soliti 8″ di distacco dal miglior tempo della sessione. La domenica il GP partì con il duello mondiale Schumacher-Hill e con Mansell, poi vincitore, in pole position. Ma mentre più avanti si consumava uno degli eventi più significativi della storia di questo sport, nelle retrovie lo svizzero diede “spettacolo”.

Girò costantemente a circa 7″ dai migliori e venne doppiato ogni manciata di giri, tanto che a fine gara Berger regalò una battuta fenomenale alla stampa: “Ehi ma oggi quante ca**o di Larrousse c’erano in pista? Ne avrò superate almeno 15!”.  Tenendo conto che il compagno di Délétraz, Noda, dopo 18 giri dovette abbandonare la gara, almeno dodici di quelle Larrousse che Berger continuò a vedere in pista erano dello svizzero.

Prima del ritiro a causa della rottura del cambio, che mise fine ad una gara dall’aspetto quasi comico, Délétraz ebbe il suo momento di gloria. La TV, impegnata nello seguire il duello tra Schumi e Hill, lo inquadrò mentre si faceva da parte, doppiato prima dal tedesco e poi dal pilota inglese, dopo qualche curva al rallentatore.

Nonostante questa prestazione, l’anno successivo la Pacific, in gravi condizioni economiche, lo ingaggiò per le gare dell’Estoril e del Nurburgring. Anche in quelle due prove Jean-Denis diede prova del proprio talento, prendendosi 12″ da Coulthard in Portogallo nelle qualifiche e 7 giri di distacco da Schumacher nella gara tedesca.

Fortunatamente lo svizzero è stato un pilota discreto, soprattutto nelle categorie a ruote coperte, con qualche buon risultato arrivato nelle varie categorie tra GT e sport-prototipi. La sua gara di Adelaide 1994 rimase comunque indimenticabile per molti appassionati.

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