Campioni per sempre | Phil Hill, il primo americano

Campioni per Sempre
Tempo di lettura: 4 minuti
di Giacomo Maltinti
15 Dicembre 2016 - 18:00

Nato a Miami nel 1927, Phil Hill è il primo pilota americano a laurearsi campione del mondo.

Specialista straordinario delle corse endurance, Phil Hill ha avuto nella massima formula una carriera tutto sommato breve, arrivando ad appena 48 gran premi disputati. In questi pochi gran premi tuttavia è riuscito ad arrivare sul podio una volta ogni tre, con 16 podi totali, accompagnati da tre vittorie, sei pole position, sei giri veloci e soprattutto il titolo mondiale del 1961.

Per completezza d’informazione e per rendere giustizia al grande campione che era, è doveroso sottolineare come il suo palmares comprenda anche tre vittorie nella 24 Ore di Le Mans (di cui la prima lo vede alla guida anche nel turno notturno sotto un diluvio torrenziale) , quattro vittorie nella 12 Ore di Sebring (l’ultima in classe GT), due alla 1000 Km di Buenos Aires e una alla 1000 Km del Nurburgring.

Uomo estremamente tranquillo e affabile, Phil Hill si laurea in economia aziendale negli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale ma abbandona tutto per cominciare la sua attività di pilota cui accompagna anche quella di meccanico. Proprio questo lavoro determinerà anche il suo stile di pilota che sarà sempre molto rispettoso del mezzo, come riconoscerà anche Enzo Ferrari.

Il giovane Hill si trasferisce anche in Inghilterra dove apprende e perfeziona i rudimenti del mestiere del pilota ma è nelle corse endurance negli Stati Uniti che la sua stella comincia a brillare.

Acquista con i suoi risparmi una Ferrari di seconda mano con cui si iscrive alla Carrera Panamericana, giungendo inaspettatamente sesto nel 1953. L’exploit non sfugge a Luigi Chinetti, ex pilota che si è reinventato team manager negli Stati Uniti con la North American Racing Team legandosi al marchio Ferrari, che per l’anno successivo lo prende in squadra per uno splendido secondo posto dietro a Maglioli.

Dall’anno successivo Hill entra nella squadra ufficiale Ferrari per il Mondiale Sport e inizia a vincere dal 1956.

Il debutto in Formula 1 avviene nel Gran Premio di Francia 1958 alla guida di una Maserati, purtroppo il giorno è tragico perché il romano Luigi Musso rimane ucciso con la sua Ferrari. Nella successiva gara Hill gareggia con la Ferrari in Germania e purtroppo muore Collins alla guida del Cavallino. Hill chiude l’anno con due podi a Monza e in Marocco e i galloni di caposquadra perché ai lutti occorsi durante l’anno si è aggiunto il ritiro del neoiridato Hawthorn.

Il 1959 vede tre podi e il quarto posto in classifica generale mentre nel 1960 arriva la prima vittoria a Monza in una giornata trionfale che vede tre Rosse di Maranello sul podio con Ginther e Mairesse a fare da valletti all’americano. Tra l’altro la vittoria di Monza è l’ultima ottenuta da una vettura con motore anteriore.

Nel 1961, dopo due anni di dominio Cooper, Chiti riesce a rendere la Ferrari la vettura più forte. Con il modello 156 sta emergendo accanto a Phil un promettente pilota tedesco per cui Enzo Ferrari stravede, Wolfgang Von Trips. I due stringono un ottimo rapporto con il quieto Hill e il nobile Von Trips che collaborano, sviluppando una macchina agile e veloce in un campionato che vede una riduzione di cilindrata imposta dalla FIA. Dopo un terzo posto a Monaco con “Taffy” Von Trips quarto, in Olanda il tedesco vince davanti all’americano, mentre in Francia è Hill a sconfiggere il compagno per meno di un secondo. Dopo la gara negativa in Francia, arriva una doppietta in Gran Bretagna e un secondo e terzo posto in Germania, mancando alla fine del campionato solo le gare di Monza e di Watkins Glen, decisive per il titolo, con il tedesco davanti di quattro punti.

Un duello così sportivo e bello ha però un epilogo tragico al secondo giro del Gran Premio di Monza quando nel rettilineo che porta alla Parabolica, la vettura di Von Trips è agganciata da quella di Clark. Se lo scozzese riesce a fermarsi incolume in pochi metri, Von Trips perde il controllo della sua vettura e finisce in tribuna falciando gli spettatori. La tragedia che scaturisce porta la morte del forte pilota tedesco e quella di quindici appassionati. La gara non viene interrotta e Phil Hill, grande specialista dei circuiti veloci, vince gara e titolo senza però poter gioire della vittoria, sinceramente colpito per la scomparsa del giovane compagno di squadra.

La vittoria del titolo è l’apogeo della carriera per il pilota americano che, all’indomani della tragedia di Monza, perderà motivazioni e preferirà un graduale distacco che lo porterà ad abbandonare la massima serie, privilegiando le vetture Sport.

Immagine: internet (per segnalare il copyright: info@passionea300allora.it)

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