Budapest 2014: Alonso, il “cancello” e una gara memorabile

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
24 Luglio 2018 - 22:29
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Prendete un cancello, coloratelo di rosso, mettetegli quattro ruote e un volante e poi cercate di andare a podio come fece Fernando Alonso a Budapest nel 2014. La Ferrari F14-T era sostanzialmente questa, con una power unit che non spingeva affatto e un’aerodinamica che doveva colmare con l’efficienza il gap di potenza del motore 059/3.

Una gara, quella di 4 anni fa, vinta in maniera fantastica da un Daniel Ricciardo che in quella stagione prese a “sberle” Sebastian Vettel, ma che vide come assoluto protagonista Fernando Alonso, secondo al suo (attualmente) ultimo podio in Formula 1. Era il mondiale delle “frecce d’argento”, con Hamilton e Rosberg che in quel 2014 iniziarono il loro duello culminato con la rottura del rapporto d’amicizia nel corso dei due anni successivi.

Una Mercedes che in quella gara del 2014, nonostante la pole di Rosberg, fu meno “dominante” del previsto, anche a causa al problema al motore di Hamilton durante le qualifiche. In più la pioggia di inizio gara, unita ad uscite di pista e Safety Car, scombinò i piani di diversi piloti, con Alonso che dalla quinta posizione in griglia ne approfittò per portarsi in testa alla gara.

Una leadership durata dal 24° al 37° giro e dal 55° al 67° con una strategia aggressiva, guidando per 31 giri con le gomme soft ad un ritmo incredibile ma soprattutto tenendo alle sue spalle in stile “Jarama 1981” un trenino di vetture più competitive. Il team radio di Andrea Stella fu emblematico: “Fernando, con le altre soft abbiamo percorso 27 giri, con queste dobbiamo farne 30. Abbiamo una possibilità”.

E quella possibilità Alonso riuscì a costruirsela, con aggressività e tanta classe. Solo un Daniel Ricciardo in formato “bomber” e con gomme più fresche mise fine alle speranze di successo dello spagnolo, a due giri dal termine. Lo stesso Alonso, dopo la fine della gara, dichiarò “Questo secondo posto vale come una vittoria”, a testimonianza di una prestazione andata oltre le possibilità del mezzo che in quel campionato permise all’asturiano di salire sul podio solo in un altra occasione, a Shanghai.

Budapest 2014 è stata l’ennesima dimostrazione che in Formula 1 c’è solo un pilota in grado di fare la differenza anche con monoposto poco competitive, e quel pilota è Fernando Alonso.

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