Benvenuti nel cul-de-sac

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
23 Giugno 2019 - 22:30
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Rinfrancato nel morale dalla Indycar a Road America, con oltre un’ora di corsa ruota a ruota al limite tra lunghi, pizzicate, sportellate e via dicendo senza che nessuno abbia proferito parola, prendo atto della doppia penalità che il buon Danielone Ricciardo s’è preso per quanto successo nell’ultimo giro al Paul Ricard. 

L’unica azione che ha dato parvenza di Formula 1 di tutta la gara è finita in due penalità da cinque secondi, che hanno spedito il buon australiano dal settimo all’undicesimo posto dopo un’ottima gara con la Renault. La prima per essere rientrato in modo poco sicuro nel frangente ripreso dall’immagine qui sopra con Norris in arrivo, la seconda per aver superato poco dopo Raikkonen con le quattro ruote oltre la riga bianca. 

Benvenuti nel cul-de-sac, quel vicolo cieco che si è deciso di imboccare e dal quale ora non si può più tornare indietro fino alla fine, fino all’uscita che devi anche crearti. Per coerenza, prima di tutto. Perché giustificando la scelta di Montréal ora non si può più sbagliare un colpo e bisogna essere intransigenti al 100%. 

Nella concitazione dell’ultimo giro posso anche comprendere la penalità per il sorpasso su Raikkonen, con tutta la Renault oltre la riga bianca. D’altronde, se al posto dell’asfalto ci fossero l’erba o la ghiaia, chiunque ci penserebbe due volte prima di passare lì. Ma la prima penalità, quella per la manovra sulla McLaren, sa un po’ di “dobbiamo darla altrimenti chi li sente”. 

Il problema, ora, è che per almeno questa stagione non si potrà far passare nulla su questo tipo di episodi. Perché se hai difeso a spada tratta una scelta contestata da tutto il mondo del motorsport, devi essere una specie di Iginio Massari a Masterchef quando gli presenti una torta alta un millimetro in meno del previsto. Devi diventare verde come Hulk e strillare imbestialito.

Ora sta tutto ai commissari che, da ora in poi, si alterneranno qua e là. Sono sicuro che avranno di che ringraziare i loro predecessori del Canada.

Una precisazione: per quanto mi riguarda il 90% dei contatti che vengono penalizzati attualmente non dovrebbero nemmeno essere investigati. Abbiamo le monoposto più sicure del mondo del motorsport e la metà dei tracciati sono cattedrali nel deserto. La lotta ci deve essere e deve essere ammessa a meno di cattiverie vere e proprie, che è piuttosto facile distinguere dal correre duro. O almeno dovrebbe essere così, anche se gli ultimi eventi mi hanno dimostrato il contrario. 

La cosa interessante è che dall’anno scorso, con il ritorno in Francia, ci ripropongono h24 il duello Villeneuve-Arnoux che, come dicevo un paio di settimane fa dopo i fatti del Canada, oggi sarebbe impossibile da vedere. Forse è il caso di riporlo nel cassetto definitivamente, che dite?

Ah, indovinate chi ha difeso Ricciardo dopo la penalità? Proprio lui, Lewis: “Questa non è una penalità: non si può vedere la macchina a fianco e lui ha dato più che sufficiente spazio”. 

Ma dai?

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