Bella e lenta: la Lotus 101 e il disastro di Spa 1989

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
29 Agosto 2019 - 11:00
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È stata la prima Lotus “aspirata” dopo la messa al bando del motore turbo al termine della stagione 1988. La Lotus 101 disegnata da Frank Dernie era bellissima, gialla sponsorizzata Camel e accattivante nelle forme. Spinta dal V8 Judd dopo aver “perso” la fornitura del motore Honda, aveva però un grande difetto: era lenta. Curatissima nella parte aerodinamica per cercare di sopperire alla mancanza di cavalli del motore Judd, la Lotus nel 1989 era chiamata ad un riscatto dopo un deludente 1988.

Soprattutto il campione del mondo del 1987, Nelson Piquet, aveva terribilmente bisogno di ritrovare qualche risultato positivo e soprattutto motivazioni. Il suo compagno di squadra era il giapponese “marchiato” Honda Satoru Nakajima, anche lui alla ricerca di conferme e soprattutto credibilità in quella F1 di fine anni ’80. La stagione però si rivelò un vero e proprio flop. Piquet e Nakajima conquistarono un totale di 15 punti, utili per chiudere al 6° posto nel mondiale costruttori. Il periodo estivo fu il più proficuo per la squadra, con diversi punti conquistati tra il GP del Canada e quello d’Ungheria. Un Piquet molto demotivato riuscì comunque a portare la vettura in posizioni più “nobili” nonostante una cronica mancanza di velocità e di affidabilità.

Per sopperire alla mancanza di cavalli la Lotus portò in pista anche il motore Judd a 5 valvole sviluppato dalla Tickford, una società di ingegneria meccanica che realizzava i motori anche per l’Aston Martin. Il debutto di questo propulsore avvenne nelle qualifiche del Paul Ricard, con Nakajima piuttosto veloce e Piquet più in difficoltà a causa dell’esplosione del propulsore stesso. Dopo averlo utilizzato anche nelle prove di Silverstone e Hockenheim, questa soluzione venne messa da parte per fare di nuovo spazio a quella più tradizionale a causa della scarsissima affidabilità.

Il vero momento nero di quella stagione disgraziata avvenne in occasione delle qualifiche del GP del Belgio a Spa. Nessuno dei due piloti riuscì a qualificare la 101 per la gara, scrivendo una delle pagine più sconfortanti della “Ferrari inglese”. Un Judd particolarmente “fiacco” e gli errori, soprattutto con coperture da qualifica, sia di Piquet che di Nakajima, portarono ad un disastro non previsto. Il canto del cigno di quella vettura avvenne nel diluvio di Adelaide, con il quarto posto di Nakajima condito anche dal giro più veloce. Una piccola soddisfazione per una vettura che se fosse stata veloce quanto bella avrebbe vinto il titolo mondiale.

Immagini: Wikipedia, Autosprint

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