Adesso è il momento di dare veramente tutto, Michael!

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandra Leoni @herroyalblues
16 Giugno 2014 - 23:01
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Premessa: a noi di Passione a 300 all’Ora non ci è mai importato delle speculazioni e delle illazioni di gente non coinvolta direttamente in questo bruttissimo momento per Michael Schumacher e la sua famiglia. Non ci è mai importato di vendere pattume solo per avere qualche click in più o qualche condivisione in più sui social network. 

Viviamo in un’epoca di flusso informativo continuo, tra bufale e notizie autentiche, senza più discernere cosa sia vero e cosa non lo sia. Noi, per amore dell’informazione il più corretta possibile, avevamo deciso che sull’incidente e il decorso clinico di Michael Schumacher avremmo fornito solo le informazioni diramate dalla sua addetta stampa, la fedele Sabine Kehm. E stamattina, siamo stati molto felici di darvi il comunicato che tutti attendevamo. Attenderemo ancora, se ci saranno, altri comunicati ufficiali, ma noi ci atterremo solo a quelli. Questa è solo una piccola tappa del lungo percorso che Michael sta affrontando: adesso arriva la riabilitazione più specifica, dopo l’uscita dal coma. E come sempre, #KeepFightingMichael.

Ho provato a leggere nuovamente il blog del Dr. Hartstein e la supponenza nelle sue parole mi ha profondamente irritato, e ho chiuso la pagina. Forse non dovevo neanche aprirla. Mi è sembrato un gran “Visto? Ve l’avevo detto che si sarebbe svegliato, ma non ci hanno detto niente di nuovo – che tristezza per i fan di Schumi”. Insomma, dopo aver abbondantemente approfittato della situazione, dopo aver straparlato e straparlato senza essere a Grenoble e senza avere uno straccio di cartella clinica in mano, dopo aver esultato (vi assicuro che il post trionfante in seguito ai miglioramenti di Schumi in Aprile me lo ricordo benissimo), dopo aver annunciato di nuovo sciagure, oggi, questo pettegolo 2.0 ne approfitta per fare ancora l’uccello del malaugurio, con tono scettico e acido, direi che non ne voglio sapere oltre. Perché oltretutto, vedo commenti di lettori che speculano, che vogliono sapere la verità a tutti i costi, che “forse Michael sta peggio di quanto detto” e che dubitano del messaggio di Sabine Kehm, sospettando che ci sia qualcosa dietro e che addirittura abbia fatto pubblicare questo comunicato stampa per sbugiardare il Dr. Hartstein! Forse qualcuno è scottato per non aver avuto notizie succose o abbastanza gloria? Chi è nel torto, chi specula, o chi cerca di mantenere la privacy di una persona che fino adesso non ha avuto voce in capitolo? Se aveste una persona in coma e voleste proteggerla, forse il nostro comportamento protettivo non sarebbe dissimile. Ma sarebbe giusto così. La nostra vita non deve essere totalmente in vetrina e a uso e consumo degli altri.

Forse molti dei “complottisti” non hanno capito che non potevano ottenere lo streaming in diretta dalla stanza di Michael e non potevano ricevere in esclusiva via sms i dettagli clinici di Michael giorno dopo giorno, e questo fa credere loro che ci sia qualche verità nascosta e torbida. Forse non hanno capito che un personaggio – sì pubblico – ha diritto alla riservatezza, soprattutto se è in condizioni delicate. Non è di pubblica proprietà e non deve esserlo per nessun motivo. Se Sabine ha dovuto più volte rimarcare di comprendere la decisione della famiglia circa la riservatezza con cui ha voluto gestire l’incidente e il decorso di Michael, forse è perché più di qualcuno non ha capito che ogni persona ha il diritto e il dovere di porre un limite all’invasione degli speculatori.

Io la vedo così: Schumi si è svegliato, forse è questo quello che conta più di ogni altra cosa. Non si è alzato in piedi e ha iniziato a correre, ma è sveglio e può proseguire nella sua riabilitazione, che sarà lunga (non conosco ancora nessuno che in due giorni abbia recuperato quasi sei mesi di coma), faticosa, ma il nostro caro Michael ci ha abituato a sperare anche nell’insperabile. Al di là di certi piacevolissimi episodi nella sua carriera agonistica, oggi come persona mi ha fatto sperare e credere che non sia mai finita fino a quando la persona stessa non dice che è finita, che non ci sono più possibilità per combattere. Che fintanto che si può, si possono sbugiardare tutti coloro che ti hanno dato del bollito e del finito – finito in senso metaforico e in senso fisico. Finché hai un briciolo di forza in corpo, puoi farlo e ottenere l’impossibile. Mi ha fatto capire che le vittorie più belle si ottengono quando tutti blaterano senza sapere niente di te, e tuttavia pensano di sapere tutto, quando tutti ti smontano e distruggono le tue speranze. La strada è ancora lunga, lunghissima, ma voglio ben sperare per Michael, perché se è sopravvissuto a questi quasi sei mesi tremendi, adesso può affrontare la riabilitazione fisica e sperare di riprendersi in qualche modo. Non si sa con quanti danni e con quali conseguenze – eppure rimango certa, certissima che se ha quel margine di sicurezza anche esiguo, per riprendersi appieno, allora ci si butterà a capofitto, tentando il tutto per tutto. Adesso devi dare veramente tutto, Michael! Adesso, che sei sveglio e stai lentamente rivedendo il mondo, puoi farlo! Forza Michael, puoi anche vincere questa battaglia!

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