500 volte Penske: storia di una leggenda del motorsport [Parte 1]

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
23 Settembre 2018 - 18:00
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Quella dello scorso 16 settembre è una data da segnare col cerchiolino rosso all’interno della lunga storia del motorsport. A Las Vegas, infatti, Brad Keselowski ha conquistato la vittoria numero 500 per il team Penske Racing, un’autentica istituzione nel mondo dello sport del motore. Una squadra nata da un ex pilota dell’Ohio che alla fine del 1965, ancora giovane, appese il casco al chiodo e diede origine ad una storia eccezionale. Un uomo che presto avrebbe assunto il soprannome di “Capitano”, a legittimarne la fortissima personalità. All’interno della sua squadra si sono passati il testimone alcuni tra i migliori piloti del mondo, con un’attenzione particolare rivolta a quelli d’oltreoceano ma non solo, al volante di vetture da sogno. Ben poche categorie hanno avuto segreti per il team Penske: dal vecchio mondiale sport al Supercars australiano, passando per campionati squisitamente a stelle e strisce come Can-Am o Trans-Am oltre ovviamente a Nascar e IndyCar, i piloti del Capitano hanno vinto in ogni angolo del globo e con qualunque tipo di auto da corsa.

Con questi articoli andremo a ripercorrere, in tre puntate, la storia del team Penske Racing. La prima puntata riguarderà le origini della squadra e le sue prime vittorie nei campionati americani, la seconda tratterà esclusivamente la Nascar e la terza si focalizzerà infine sulla IndyCar, sulle competizioni endurance degli anni 2000 e sul Supercars. 

LE ORIGINI

Con la fine del 1965, all’età di soli 28 anni, Roger Penske cessa la sua attività di pilota professionista con all’attivo due Gran Premi di F1 (quelli degli USA del 1961 e del 1962, ottavo e nono rispettivamente) e svariate corse negli States, in particolar modo in Nascar. Il team Penske Racing debutta nella 24h di Daytona del 1966 e l’esordio di una squadra del genere non può che essere vincente: in una corsa che ai tempi era valida come round d’apertura del mondiale sport, la Corvette Stingray del Capitano è 12esima assoluta ma soprattutto vincitrice nella categoria riservata alle GT sopra i 3.0 di cilindrata con alla guida Dick Guldstrand, Ben Moore e George Wintersteen. È il 6 febbraio del 1966, l’inizio di una storia leggendaria. Passa poco più di un mese e nella seconda storica gara di durata americana, la 12h di Sebring, la stessa vettura con i soli Moore e Wintersteen si aggiudica un’altra vittoria di categoria tra le GT superiori a 5.0 di cilindrata.

Daytona 1966, la prima vittoria

La prima stagione agonistica del team Penske si svolge nel campionato Can-Am, dove i protagonisti sono bolidi la cui peculiarità principale è la spropositata potenza. Penske acquista due Lola T70 spinte da motore Chevrolet, una è affidata a George Follmer mentre l’altra va al pilota che forse più di tutti rappresenta la storia della squadra: Mark Donohue. Il pilota del New Jersey vince a Mosport e si gioca il titolo con John Surtees fino all’ultima gara sul circuito Stardust di Spring Valley, vicino a Las Vegas. In questa occasione però è proprio Surtees a vincere gara e titolo. Con la stessa vettura Donohue vince anche una gara dello USRRC, che corrisponde grossomodo all’antesignano della Rolex Sports Car Series degli anni 2000, e soprattutto il Nassau Trophy che chiude l’ultima edizione delle Bahamas Speed Weeks.

Nel 1967 l’assalto è duplice, poiché Penske gareggia sia nello USRRC con la Lola che nel campionato Trans-Am con una Chevrolet Camaro. Solo in questa stagione, Donohue vince in tutto nove gare: domina nello USRRC, con sei successi su otto e la vittoria del titolo, mentre in Trans-Am viaggia a fortune alterne conquistando tre successi ma senza portare la Chevrolet al titolo. Nel 1968 Donohue riconquista il titolo USRRC con una McLaren M6A ed è parte altamente rilevante nel titolo Trans-Am vinto dalla Chevrolet, grazie a dieci vittorie su 13 gare tra le quali spicca il successo di categoria nella 12h di Sebring. Nonostante un successo a Bridgehampton, Donohue non può nulla contro le nuovissime M8A ufficiali schierate dalla McLaren in Can-Am: è terzo, alle spalle di Denny Hulme (campione del mondo di F1 in carica…) e Bruce McLaren. Nel 1969 arriva finalmente un successo assoluto a Daytona, con la versione 3B della Lola T70 pilotata da solito Donohue e da Chuck Parsons, oltre ad un altro titolo Trans-Am con Chevrolet. Nel 1970, Penske passa alle American Motors sfiorando il titolo (vinto dalla Ford) ma è solo questione di un anno, perché nel 1971 Donohue conquista altri sette successi con la AMC Javelin e la Casa vince il campionato Trans-Am.

La partenza della 24h di Daytona del 1969, prima e unica vittoria assoluta del team Penske con la Lola T70 #6

Penske rimane dunque con un solo enorme conto in sospeso, quello con McLaren e la Can-Am. Nel 1972 Porsche, di cui la squadra del Capitano era stata avversaria a Le Mans l’anno precedente con una Ferrari praticamente autocostruita, affida a Penske la gestione della 917 per il campionato Can-Am. La 917/10 utilizzata nel 1972 è una vettura mostruosa, spinta da un motore 12 cilindri turbo in linea capace di sprigionare 850 cavalli. In un test a Road Atlanta, la vettura perde l’alettone posteriore e Donohue viene sbalzato fuori pista a 240 all’ora, rompendosi una gamba. Spetta dunque al suo compagno di squadra George Follmer la sfida contro le McLaren di Hulme e Peter Revson, che viene puntualmente vinta grazie a cinque successi del pilota di Phoenix. Donohue rientra nel finale di stagione conquistando subito un successo, ad Edmonton. Nel 1973 arriva l’arma definitiva, la 917/30: grazie ad un importante aggiornamento aerodinamico e ad un nuovo motore da 5,4 litri, la vettura arriva a scaricare una potenza di 1580 cavalli nella sua versione più “spinta”, in assetto da qualifica, mentre in gara il propulsore veniva depotenziato (si fa per dire) a 1100. Con questa vettura, affidata in esclusiva a Penske, Donohue vince sei gare su otto (tra cui la #70 nella storia del team, a Riverside) e conquista facilmente il titolo Can-Am.

Porsche 917/30, la “Can-Am killer”

Esaurito il suo impegno con i prototipi, Penske parte alla conquista dell’Europa e in particolare del mondiale di F1 oltre ai suoi impegni in Nascar e nel campionato USAC. Nel 1971 Penske aveva già conquistato un podio con il solito Donohue in Canada, ma dopo una lunga preparazione nel Gran Premio del Canada 1974 debutta la PC1 motorizzata Ford. Nel 1975 Donohue porta i primi punti mondiali a Penske come costruttore in Svezia, con il quinto posto, ma la vettura non soddisfa pienamente le aspettative e viene accantonata dopo il Gran Premio di Francia. Durante le prove del Gran Premio d’Austria Donohue è vittima di un incidente violento ma apparentemente non grave, che uccide comunque un marshall a bordo pista: le condizioni del pilota inizialmente non sembrano serie ma si aggravano tuttavia in ospedale, quando subisce un’emorragia cerebrale che lo porta alla tragica morte. Se ne va la prima e più grande bandiera della scuderia del Capitano, capace di vincere ben 59 gare e tuttora pilota più vincente nella storia della squadra, al pari di Brad Keselowski.

Austria 1976, John Watson porta il team Penske alla sua prima e unica vittoria in F1

Il posto di Donohue viene preso dal 30enne nordirlandese John Watson. Watson debutta sulla Penske a Watkins Glen nel 1975 prima di portare in gara la nuova PC3 con il debutto della stagione 1976. Porta a casa un quinto posto in Sudafrica e da Anderstorp sale sull’evoluta PC4; con questa vettura centra due terzi posti, in Francia e Gran Bretagna, prima di chiudere un cerchio con il Gran Premio d’Austria. A Spielberg, ad un anno dalla scomparsa di Donohue sulla stessa pista, Watson porta al team Penske la sua prima e unica vittoria nel mondiale di F1: è la prima vittoria di un costruttore americano nel mondiale piloti. Nonostante Penske sia ormai una realtà anche in F1, il Capitano decide di ritirare la sua squadra dal mondiale a fine stagione, lasciando il materiale a strutture private.

Prima di concentrarsi unicamente sul campionato statunitense a ruote scoperte, il team Penske conquista un paio di vittorie anche con le Stock Car USAC: dopo quattro successi in Nascar, Bobby Allison centra un successo in Texas nell’ottobre del 1976, mentre Dave Marcis conquista il suo unico trofeo per il Capitano nel 1977 in Michigan.

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