24h di Daytona: Nasr da record nei test, duello Ford-Porsche in GTLM

Motorsport
Tempo di lettura: 7 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
7 Gennaio 2018 - 23:38
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Il cammino di avvicinamento alla prossima 24h di Daytona, che aprirà il campionato IMSA 2018 tra il 27 ed il 28 gennaio prossimi, è iniziato come da tradizione con il “Roar Before the 24”, la tre giorni di test collettivi che fa da antipasto alla leggendaria gara endurance nell’infield del Daytona International Speedway, giunta quest’anno alla 56esima edizione.

Due le novità attese in Florida: il team Penske è ufficialmente tornato alle competizioni endurance a distanza di dieci anni, con la nuova Acura-Honda ARX-05 sviluppata sulla base dell’Oreca 07 che ha letteralmente monopolizzato l’ultimo mondiale endurance nella classe LMP2, mentre BMW ha portato al debutto la M8 GTE che sarà protagonista sia negli Stati Uniti che nel WEC a partire da questa stagione. A differenza degli anni scorsi, nel corso del Roar si è tenuta anche una “simulazione” di qualifica volta a decidere l’ordine di assegnazione delle piazzole in pit lane per il weekend di gara vero e proprio.

Qualifica che ha consegnato a Daytona un nuovo record della pista per quanto riguarda la categoria riservata ai prototipi: Felipe Nasr, al volante della Cadillac #31 del team Action Express, ha stampato un 1:35.806 che ha abbattuto il primato stabilito da Filipe Albuquerque nel corso della 24h di un anno fa. Il brasiliano ex-Sauber, unico pilota a scendere sotto il muro dell’1:36, ha ottenuto così il miglior tempo della tre giorni prendendosi anche una bella rivincita su chi lo ha considerato (a torto) un pilota poco competitivo nel corso del suo periodo in Formula 1.

Cadillac ha sostanzialmente ripreso il discorso interrotto l’anno scorso, dominando letteralmente la classifica dei tempi. Considerando la classifica dei singoli piloti, nelle prime undici posizioni ci sono ben nove alfieri del marchio statunitense, a dimostrazione di quanto ancora sia imponente la forza del prototipo nato sulla base della Dallara P217, capace di vincere sette gare su dieci nella stagione d’esordio della categoria DPi.

A due decimi da Nasr ha concluso Tristan Vautier, che ha lasciato la Mercedes GT3 per gareggiare nella categoria regina con il team Spirit of Daytona. Il francese è stato il primo pilota ad abbattere il record di Albuquerque, ma è stato poi scalzato dall’eccezionale giro del sudamericano di origini mediorientali. Proprio Albuquerque ha concluso terzo, sempre in rappresentanza del team Action Express ma al volante della Cadillac #5. Il team campione in carica, quello di Wayne Taylor, non è andato oltre il quarto posto di Renger van der Zande, il quinto di Jordan Taylor e il settimo di Ryan Hunter-Reay.

Buono il debutto dell’Acura, con il sesto posto assoluto conquistato da Dane Cameron nella sessione di qualifica. Il distacco del pilota proveniente proprio dalla Cadillac #31 si è però attestato attorno al secondo e due decimi, segno che la scuderia del Capitano Roger dovrà ancora lavorare assiduamente per raggiungere il livello delle DPi-VR, al netto di un Balance of Performance che quasi sicuramente verrà modificato in vista della corsa. Un posto in top ten se lo è conquistato anche Ricky Taylor, ma anche Juan Pablo Montoya si è ben distinto soprattutto nel corso dei primi due giorni di prove.

Poco più distante, a livello di forze in campo, ecco il terzetto formato da Nissan, Mazda e Oreca. Dopo avere concluso ottimamente il 2017 con il successo nella Petit Le Mans, la Nissan del team Extreme Speed sarà evidentemente costretta a ripartire in rincorsa visto il secondo e quattro decimi rimediato da Pipo Derani (assoluto protagonista dell’edizione 2016 della 24h); differente è il caso della Mazda, che quest’anno ha visto il passaggio di consegne nelle mani del team Joest. Dopo il brutto incidente rimediato da Tristan Nunez nei test di dicembre, i due prototipi su base Riley hanno perso anche buona parte della giornata di venerdì a causa di un eccessivo ritardo nell’arrivo di alcuni pezzi, terminando la tre giorni con Harry Tincknell 13° in scia a Derani. Anche le Oreca non hanno trovato una prestazione da top ten, nonostante una line-up stellare specie per quanto riguarda il team DC Racing vice-campione del mondo LMP2 in carica: il migliore, a sorpresa, è stato Alex Brundle sulla #78, ma si sono messi in luce anche Colin Braun del team CORE e Simon Trummer in casa JDC/Miller.

La prima uscita del tanto atteso Fernando Alonso con la Ligier del team United Autosports si è rivelata positiva ma, nel complesso, ben lontana dalle posizioni che contano. La LMP2 francese ha mostrato tutti i limiti già emersi nel corso del 2017, rivelandosi penultima ruota del carro per quanto riguarda la categoria dei prototipi davanti alla sola Riley Mk.30. Alonso ha chiuso solo 21° assoluto grazie al suo giro di qualifica, distante un secondo e sette decimi da Nasr, mentre ancora più distanti si sono attestati gli altri piloti al volante della JSP217: 32° Senna, 36° un comunque ottimo Lando Norris, 38° Saavedra. Appare chiaro come la vettura necessiti di molte correzioni del Balance of Performance per poter risultare competitiva nel fine settimana della 24h.

Duello molto acceso in GTLM tra Ford e Porsche. Con la pole “virtuale” segnata in qualifica il miglior tempo è stato appannaggio di Joey Hand al volante della Ford, in 1:43.610. Tra i piloti dell’Ovale Blu e quelli della Casa di Weissach si è inserito, grazie ad un ottimo giro di qualifica tuttavia mai ripetuto nel resto dei test, Oliver Gavin con la Corvette a tre centesimi da Hand. Alle spalle del britannico hanno chiuso Briscoe e Bourdais, ancora su Ford, poi gli alfieri Porsche che si sono messi in evidenza soprattutto venerdì e sabato, tenendo testa alle vetture di Chip Ganassi prima di risparmiare qualcosa nell’ultima giornata: quinto Earl Bamber, ad un paio di decimi da Hand, mentre Laurens Vanthoor e Nick Tandy non hanno migliorato i riferimenti della prima giornata terminando ottavo e decimo. In tema Ferrari si segnala il settimo posto del campione del mondo in carica GTE-Pro Alessandro Pierguidi, con la 488 del team Risi che tuttavia parteciperà solo ai quattro round principali del campionato statunitense (Daytona, Sebring, Watkins Glen e Petit Le Mans). Inizio più complicato per la BMW M8: il migliore tra i piloti di Monaco di Baviera è stato Alexander Sims, che ha condotto la vettura #25 in qualifica prendendo un secondo e quattro decimi da Hand, riferimento che ricorda vagamente le deludenti prestazioni della vecchia e poco concludente M6.

Tra le vetture GT3, note come GTD al di là dell’Atlantico, ha svettato la Lamborghini Huracán del team Grasser. Primo crono per lo svizzero Rolf Ineichen, che ha girato in 1:47.104 nella sessione mattutina del venerdì ed è rimasto imbattuto nei successivi due giorni, ma tra i protagonisti dei test di Daytona sono rientrati di diritto anche Franck Perera, Max van Splunteren e Mirko Bortolotti che hanno ottenuto rispettivamente il terzo, il quinto e il sesto posto nella riepilogativa finale. Grande soddisfazione per Bortolotti, che nel pomeriggio di oggi ha firmato la pole “virtuale” nella sessione di qualifica. Tra i piloti Lamborghini si sono inseriti i due principali riferimenti di Porsche e del team Manthey, Matteo Cairoli e Sven Müller, secondo e quarto. Settimo il migliore dei piloti Audi, Kelvin van der Linde, che ha preceduto invece il miglior “hondista” Mario Farnbacher. A proposito di quest’ultimo e del team di Michael Shank, la NSX #93 è stata fermata ai box direttamente dall’IMSA nella sessione serale di sabato (così come la Mercedes #71) poiché “beccata” a percorrere troppi giri lenti rispetto alle prestazioni mostrate in precedenza: adeguate contromisure prese per evitare manomissioni “pilotate” al Balance of Performance, come accaduto in Lamborghini due anni fa, che verranno prese in considerazione anche da FIA e ACO per quanto riguarda il WEC. Continuando a scorrere la classifica, piazzamento a ridosso della top ten per il migliore dei piloti Lexus, il neo acquisto Dominik Baumann, mentre la Ferrari non è andata oltre il 27° posto di Alessandro Balzan, che comunque ha pagato solo sei decimi a Ineichen poiché sono stati ben 42 i piloti capaci di rimanere al di sotto del secondo di distacco dallo svizzero.

L’appuntamento è dunque tra tre settimane per la 56esima edizione della 24h di Daytona.

Classifica

Immagine copertina: sportscar365.com

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