24h di Daytona | Cadillac domina con il team Taylor, Ford al cardiopalma tra le GT

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
29 Gennaio 2017 - 21:37
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La 55esima edizione della 24h di Daytona si è conclusa con una solida doppietta Cadillac, ad aprire l’era delle vetture DPi. Sotto la bandiera a scacchi al primo posto si è piazzata la vettura #10 del team di Wayne Taylor grazie ai figli Jordan e Ricky, a Max Angelelli e a Jeff Gordon. Per il pilota italiano si trattava dell’ultima corsa di una lunghissima carriera, conclusasi nel modo migliore. 

Piazza d’onore per la #5 del team Action Express, partita dalla pole. Il sorpasso decisivo è avvenuto a sette minuti esatti dalla conclusione, con Ricky Taylor infilatosi all’interno di Albuquerque alla prima staccata: Taylor è tanto “cucito” all’interno della curva da pizzicare l’erba, Albuquerque se ne accorge tardi e nel chiudere il varco si tocca con la vettura gemella, finendo in testacoda. A nulla serve il recupero del portoghese negli ultimissimi giri, l’arrivo è in volata e il team Taylor festeggia il suo secondo successo in Florida dopo quello centrato nel 2005. Molte le polemiche all’arrivo, ma la Direzione Gara ha giudicato assolutamente regolare il sorpasso.

Ventiquattro ore condite da una copiosa pioggia caduta per tutta la notte, moltissimi gli incidenti e altrettante le cautions per rimuovere le vetture incidentate, battaglie col coltello tra i denti e numerosi capovolgimenti di fronte in tutte le classi: degli ingredienti “consueti” della 24h di Daytona non ne è mancato nemmeno uno, ne è uscita una gara entusiasmante, forse una delle più belle edizioni di sempre.

Molto più sfortunata la terza Cadillac, la #31 della Action Express, costretta ad una lunga sosta durante la notte a causa di un incidente con una vettura di classe PC e poi di nuovo ferma lungo la pista al termine della 17esima ora. Il podio è stato ereditato, a sorpresa, dalla Riley #90 del team VisitFlorida, esaltatasi nel corso della notte grazie al solito, velocissimo René Rast; proprio con l’asciugarsi della pista, nelle prime ore di luce della mattina, le due Cadillac al comando hanno ripreso definitivamente vantaggio. Solo un quarto posto per il team campione in carica, Extreme Speed, con una Nissan ancora poco competitiva vista la scarsità di test affrontati prima di giungere in Florida.

Autentica lotta senza quartiere in classe GTLM, dove sette vetture su undici hanno concluso nello stesso giro. Ovviamente, anche in questo caso si è deciso tutto negli ultimi minuti, con la Ford #66 vincitrice grazie al sorpasso di Dirk Müller su James Calado a mezz’ora dal termine. Un equipaggio ormai decisamente consolidato, quello composto dal tedesco, da Sébastien Bourdais e da Joey Hand: il trio che oggi ha conquistato Daytona è lo stesso che, lo scorso giugno, ha vinto anche la 24h di Le Mans, ennesima grande soddisfazione per la squadra di Chip Ganassi che già in sei occasioni è riuscita a trionfare qui. 

Piazza d’onore per la debuttante Porsche 911 di Makowiecki/Pilet/Werner, che ha approfittato del suddetto sorpasso di Müller per sopravanzare a sua volta la Ferrari #62. Pilet ha sferrato poi ripetuti attacchi nei confronti della Ford al comando, ma sempre senza successo. Nelle ultime battute, il francese ha perso la scia dell’avversario, difendendosi però egregiamente dal ritorno di Calado, il quale ha così portato a casa un podio per il Cavallino Rampante. Molto buona, per quanto riguarda la Rossa, anche la prova degli inossidabili Fisichella e Vilander. Quarto posto per la Corvette #3, davanti alla Ford #69. In ombra, invece, entrambe le BMW, con la #19 all’ottavo posto (ad un giro dai vincitori) e la #24 ritirata dopo poco più di un’ora di corsa.

Gara molto difficile per le “barchette” della classe PC, inquadrate più per i numerosi incidenti che per le loro effettive prestazioni in pista. Larga vittoria per il team Performance Tech, con Boulle/French/Masson/O’Ward, davanti alle due vetture del team BAR1, attardate rispettivamente di 22 e 39 giri. Si pongono ora tanti interrogativi sul futuro di una categoria che propone le stesse identiche vetture dal 2009 e che, ormai, è sempre più ignorata dai team e dai piloti più blasonati.

Non è stata da meno, rispetto alla sorella maggiore, la classe GTD. Vittoria per Porsche, grazie ad Alegra Motorsports, con Christensen/C. de Quesada/M. de Quesada/Lazare/Morad che hanno preceduto in volata l’Audi del team Stevenson di de Phillippi/Gounon/Mies/Schmidt. Il podio è stato completato dalla Mercedes del team Riley, con protagonista assoluto l’intramontabile Jeroen Bleekemolen. Sfortuna nera per la Ferrari della Scuderia Corsa, ferma per un guasto a due ore dalla conclusione mentre si trovava al comando. Ottimo il debutto delle Acura NSX, che hanno assaggiato a più riprese la leadership di categoria concludendo poi al quinto posto con la #86, mentre la #93 ha concluso la propria gara contro le barriere causando l’ultima caution a circa 27 minuti dalla bandiera a scacchi.

Il prossimo grande evento targato IMSA è previsto per il 18 marzo, con la 12h di Sebring.

Classifica finale

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