24 Ore di Daytona: vince Extreme Speed, Corvette trionfa tra le GT

Motorsport
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di Federico Benedusi @federicob95
2 Febbraio 2016 - 09:00
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L’edizione 2016 della 24 Ore di Daytona sarà ricordata come una delle più combattute di sempre, se non la più combattuta. In nessuna categoria vi è stata una superiorità netta e i cambi di leadership sono stati innumerevoli, la classe GTLM si è addirittura conclusa al fotofinish.

Il team Extreme Speed ha prevalso con la sua Ligier-Honda LMP2 tra un nugolo di vetture con regolamento Daytona Prototypes. Edward Brown, Luis Felipe Derani, Scott Sharp e Johannes van Overbeek sono saliti sul gradino più alto del podio della 54esima edizione della corsa di durata più importante degli Stati Uniti. In particolare, il brasiliano è stato senz’altro il protagonista assoluto della gara, mostrando un passo di gara insostenibile specialmente nel corso del suo stint notturno, nel quale è riuscito a colmare il gap accumulato dopo l’incidente tra van Overbeek e Ligier del team Shank pilotata da John Pew.

Al secondo posto, tra mille sofferenze, ha concluso la Dallara-Chevrolet del team Taylor, con Massimiliano Angelelli ricoverato in ospedale a fine gara per i fumi inalati a causa di un problema meccanico. Terza posizione per la vettura gemella schierata dal team Spirit of Daytona.

Gara da dimenticare per il team Ganassi, con il quinto posto raccolto dalla vettura #01 e il tredicesimo della #02, quest’ultima colpita da problemi al pedale del freno durante la notte e finita poi a muro nelle ultime battute della corsa. Decisamente da dimenticare anche la performance della vettura partita in pole, la BR01 del team SMP, 38esima assoluta.

Da ricordare è anche la prestazione della Deltawing, assoluta protagonista delle prime fasi di gara grazie a Katherine Legge. La gara dell’avveniristica vettura #0 si è conclusa quando, poco dopo il tramonto, Andy Meyrick ha centrato in pieno l’Oreca LMPC #8 del team Starworks, rimasta ferma in traiettoria alla prima curva. Va detto, comunque, che la vettura ha compiuto enormi passi avanti rispetto alle prestazioni a dir poco inconcludenti delle scorse quattro stagioni.

Come detto, la GTLM si è chiusa solo sotto la bandiera a scacchi con le due Corvette separate da 34 millesimi. Ha prevalso la #4 di Fässler/Gavin/Milner, nonostante due drive through per eccesso di velocità in pit lane, sulla #3 di García/Magnussen/Rockenfeller. Sul podio è salita anche la Porsche 911 ufficiale del team CORE (la #912), che non sembra avere accusato il cambio di regolamenti che ha spinto il marchio di Weissach ad uscire momentaneamente dal WEC, avendo dimostrato anche un passo gara invidiabile dopo avere dominato le qualifiche sotto la pioggia.

Quarta posizione per la Ferrari 488 della Scuderia Corsa, con un Alessandro Pierguidi messosi particolarmente in mostra: corsa non facile per le vetture di Maranello, penalizzate da un Balance of Performance che prevedeva un serbatoio molto meno capiente rispetto alle avversarie. Bene anche Toni Vilander per il team Risi Competizione, un po’ più in difficoltà il team SMP dopo l’incidente di Gianmaria Bruni in qualifica.

Tanti problemi di affidabilità per le attesissime Ford GT EcoBoost, con la #67 colpita da problemi al cambio già durante la prima ora e la #66 rallentata da noie al motore poco dopo. Pur proseguendo, entrambe le vetture americane hanno lamentato gravi problemi di affidabilità pur con buoni tempi sul giro, la migliore è risultata essere la #66 che ha chiuso 31esima assoluta.

Un’autentica ecatombe ha colpito la Prototype Challenge. La #85 del team JDC/Miller ha vinto dopo avere dilapidato quasi completamente un vantaggio di 18 giri, quando Kenton Koch ha colpito il muretto danneggiando l’Oreca FLM09. Con Koch, sono saliti sul gradino più alto del podio anche Mikhail Goikhberg, Chris Miller e Stephen Simpson. Podio anche per la #52 del team PR1/Mathiasen e per la #20 del team BAR1.

Tra le GTD, eccellente ma inconcludente prestazione delle Lamborghini Huracán: la #16 della Change Racing e la #48 del team Miller si sono scontate durante la notte mentre si giocavano la prima posizione, la #28 del team Konrad sembrava invece avviata alla vittoria quando Fabio Babini è rimasto senza benzina a pochissimi minuti dalla bandiera a scacchi. Ha prevalso quindi l’Audi del team Magnus con Lally/Potter/Rast/Seefried, anch’essa in gestione carburante nelle ultime battute ma con Rast che ha svolto un lavoro migliore rispetto a Babini. Seconda piazza per la Porsche #540 del Black Swan Racing, terza per la Dodge Viper #93 della Riley Motorsports.

Il prossimo appuntamento con il campionato IMSA è per il 19 marzo con un’altra classicissima, la 12 Ore di Sebring.

Immagine copertina: motorsport.com

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