200 Gran Premi per Red Bull ad Austin

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
22 Ottobre 2015 - 17:30
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La saga motori forse non offuscherà il traguardo dei 200 Gran Premi che Red Bull raggiungerà ad Austin. Il team austriaco, infatti, è alla 200a partecipazione da quando, nel 2005, ha fatto il suo ingresso nel campionato del mondo di Formula 1.

La storia nasce, appunto, nel 2005: Red Bull, presente in F1 come sponsor già dagli anni 90 (principalmente sulla Sauber) rileva la Jaguar, a sua volta subentrata alla Stewart per l’inizio del 2000, creando un team proprio, con al volante Coulthard (in uscita dalla Mclaren) e il giovane Klien, che durante l’anno lascerà il posto in alcuni eventi a Vitantonio Liuzzi. Red Bull termina settima alla sua prima stagione con 34 punti in campionato.

Il primo podio risale al GP di Monaco 2006, con David Coulthard, ma Red Bull rimane a centro gruppo. La posizione in campionato è la stessa ma i punti sono solo 16.

Nel 2007 è possibile il podio per Mark Webber (nuovo compagno di Coulthard) al Fuji, ma viene centrato dalla Toro Rosso del suo futuro compagno Sebastian Vettel. La stagione vede qualche miglioramento nonostante un inizio d’anno complicato, e al termine del campionato arriva un quinto posto in classifica.

Il 2008 è l’anno che vede l’ascesa di Sebastian Vettel in Toro Rosso (vittoria e pole a Monza), mentre Red Bull si deve accontentare di un podio di David in Canada. In classifica si torna al settimo posto.

E’ il 2009 l’anno del cambiamento, per tutti e per Red Bull in particolare. Monoposto più snelle aerodinamicamente, Kers, ali di dimensioni diverse e gomme più strette all’anteriore. Coulthard si ritira e lascia il posto a Sebastian Vettel. La Red Bull migliora incredibilmente e dopo la prima parte di stagione è la vettura più in forma del lotto. I campionati vanno a Jenson Button e alla Brawn GP, ma Vettel e la Red Bull giungono secondi in entrambe le classifiche, con le prime vittorie che iniziano ad arrivare.

Il 2010 è l’anno di inizio del dominio, oltre che della fine dei rifornimenti: la RB6 è la vettura più veloce tra quelle di testa, ma anche quella meno affidabile. Si perdono punti per strada e si arriva a giocarsi il mondiale all’ultima gara ad Abu Dhabi. La Ferrari si suicida marcando Webber e alla fine è Sebastian Vettel a regalare i primi titoli della storia alla Red Bull.

Il 2011 è un anno di dominio assoluto. Entra in vigore il DRS e le Pirelli sostituiscono le Bridgestone. Vettel conquista 11 vittorie e 15 pole, a Webber resta un sigillo all’ultima gara di Interlagos. La casa del toro mantiene abilmente il titolo costruttori lasciando le briciole agli avversari.

E’ l’ultima gara thriller di Interlagos a sancire il campione 2012. Dopo una lotta lunga un campionato con la Ferrari di Fernando Alonso, è proprio quest’ultimo il favorito per la vittoria finale. Vettel parte male, viene toccato, e deve ripartire dal fondo con la pioggia che peggiora la situazione. Il campione in carica si rende protagonista di una rimonta furiosa che gli regala il terzo alloro consecutivo, stesso numero anche per Red Bull.

Il 2013 è una replica del 2011, forse ancor più deprimente per tutti gli altri. La RB9 è infallibile, con Vettel che vince 13 gare conquistandone addirittura nove consecutivamente. Il titolo viene vinto in India, con Sebastian che conclude la sua era e quella della Red Bull con una serie di tondi davanti alla tribuna centrale.

I cicli hanno un termine, e quello della Red Bull finisce nel 2014, con un nuovo cambio di regolamento. Via gli scarichi soffianti, si passa ai motori turbo V6 e Red Bull è in serissima difficoltà ad inizio stagione. Dopo quattro anni negativi emerge la Mercedes di Hamilton e Rosberg, che si issa al comando delle classifiche. Vettel entra in crisi, Ricciardo (subentrato a Webber, ritirato in direzione WEC) è più veloce di lui e durante l’anno ottiene addirittura tre vittorie approfittando dei problemi Mercedes. E’ l’ultima stagione di Vettel in squadra, nel 2015 passerà alla Ferrari e verrà sostituito dal giovane Daniil Kvyat, promosso dalla Toro Rosso. Red Bull recupera durante l’anno ma perde entrambi i titoli, giungendo terza nel piloti con Ricciardo e seconda nel costruttori alle spalle della dominante Mercedes.

E veniamo ai giorni nostri con Red Bull ancora in difficoltà, a causa della power unit Renault, e con la lotta politico-sportiva che sta riempiendo i media in queste settimane. Mercedes domina ancora, Ferrari è in crescita, Red Bull non vuole mollare il colpo ma i tempi stringono per trovare una soluzione ideale in chiave 2016. Dopo mesi di convivenza forzata potrebbe esserci una riappacificazione poco fa impensabile con i francesi.

Nel frattempo, Red Bull giunge al traguardo dei 200 GP con 4 titoli piloti e 4 costruttori, un palmares di tutto rispetto. Auguri!

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